1 MARZO
URBINO | TEATRO SANZIO
ATGTP
FEDERICO CONDOTTIERO E LA CITTÀ IDEALE
di Lucia Palozzi
con Enrico Marconi, Lucia Palozzi
regia Fabrizio Bartolucci, Sandro Fabiani, Simone Guerro
Un attore e un’attrice in scena giocano a rappresentare Federico di Montefeltro e gli altri personaggi significativi della sua vicenda storica. Si divertono a montare e smontare, muovendosi con agilità tra il tempo storico e quello contemporaneo, coinvolgono il pubblico in un racconto leggero come il vento di Urbino. Una narrazione a due dal ritmo serrato, fatta di giochi continui e scambi di parti che assicurano un divertimento costante per tutto la durata dello spettacolo. Federico Condottiero è un racconto di formazione, nel quale si ripercorrono le tappe della vita di Federico di Montefeltro, dalla figura del figlio non riconosciuto a quella del grande condottiero, attraversando gli incontri più importanti, fino al progetto di Urbino città ideale, nello straordinario clima culturale dell’Umanesimo italiano. Le vicende storiche costituiscono la cornice del racconto e il pretesto narrativo per parlare di temi assolutamente contemporanei e vicini al giovane pubblico. Federico di Montefeltro diviene l’emblema della capacità umana di immaginare e realizzare progetti, in bilico tra l’aspirazione alla perfezione e la paura del fallimento, tra l’isolarsi nella propria visione e l’imparare a condividerla e a metterla al servizio della collettività. Fin dal primo quadro scenico, nel quale i due attori riproducono il famoso ritratto dei Duchi di Urbino di Piero Della Francesca, lo spettacolo si sofferma più volte a ricreare immagini di famose opere d’arte rinascimentali.
1 MARZO
SAN BENEDETTO DEL TRONTO | TEATRO CONCORDIA
Artisti Associati
SCUSA SONO IN RIUNIONE… TI POSSO RICHIAMARE?
una commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta
con Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta
Il titolo racconta molto di questa commedia: una frase che si trasforma in tormentone, per la generazione dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter vivere inseguendo il successo e la carriera ma non abbastanza adulta da poter smettere di ridere ed ironizzare su se stessa. Ex ragazze ed ex ragazzi che senza accorgersene sono diventati donne e uomini con l’animo diviso tra le ambizioni e i propri bisogni di affetto, ma anche in fondo persone portatrici sane di un fallimento sentimentale vissuto sulla frenesia di un’esistenza ormai dipendente dalla tecnologia che non lascia spazio ad un normale e sano vivere i rapporti interpersonali! Ma cosa succederebbe se queste stesse persone per uno strano scherzo di uno di loro si ritrovassero protagonisti di un reality show televisivo? La risposta rimane di proprietà di un pubblico che dopo avere riso di se stesso si interrogherà a lungo sul senso di molti aspetti della sua vita.
1 MARZO
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
BUON COMPLEANNO ROSSINI
SETTIMANE ROSSINIANE 2020
Fondazione TRG Onlus
CENERENTOLA
ROSSINI ALL’OPERA
di Pasquale Buonarota, Nino D’Introna e Alessandro Pisci
musiche Gioachino Rossini
adattamento musicale e al pianoforte Diego Mingolla
con Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci, Mirjam Schiavello
regia Nino D’Introna
Immersi nella gioiosa personalità del grande compositore Gioachino Rossini, nel momento in cui stava creando la sua Cenerentola, abbiamo provato a immaginarlo nel suo mondo musicale, nella sua quotidianità. Cercando il suo stesso spirito ludico, gioioso e ritmico, abbiamo lasciato libertà all’immaginazione affinché la sua Cenerentola diventasse…un po’ la nostra: un gioco nel gioco. Tre attori in una girandola di sensazioni, emozioni, narrazioni e trasformazioni, ripercorrono le tappe principali di questa Cenerentola che, pur mantenendo le tracce mitiche di tutte le Cenerentole, crea un universo particolare dove anche la famosa scarpetta diventa un bracciale. Lo spettacolo, con musica (dal vivo), fa parte del progetto “Favole in Forma Sonata”, un percorso di avvicinamento alla musica tramite il confronto tra le forme musicali classiche e le forme narrative teatrali.
1 MARZO
ASCOLI PICENO | TEATRO VENTIDIO BASSO
Marche Teatro
SMARRIMENTO
scritto e diretto da Lucia Calamaro
per e con Lucia Mascino
Smarrimento è un dichiarato elogio degli inizi e del cominciare. Di quel momento in cui la persona, la cosa, il fatto, appare o sbuca, ci incrocia insomma, creando presenza dove prima c’era assenza. Questo topoi fiorisce attraverso la figura di una scrittrice in crisi, oramai da un po’, che ha dei personaggi iniziali di vari romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti. Gli editori, per sfangare l’anticipo, le organizzano reading/conferenze in giro per l’Italia, in modo da tirar su qualche economia mentre lei non produce niente di nuovo e in un colpo solo riuscire a vendere all’uscita degli eventi, qualche copia delle vecchie opere. Quando non si riesce a continuare, non si può che ricominciare. Lucia Calamaro è una delle più interessanti drammaturghe e registe italiane contemporanee. Vincitrice di tre premi UBU e del recentissimo premio Hystrio alla drammaturgia 2019, ha scritto e diretto negli ultimi anni testi innovativi e molto apprezzati dal pubblico e dalla critica. Lucia Mascino, attrice poliedrica e sui generis, la cui carriera spazia dal teatro (con cui ha iniziato e al quale si è unicamente dedicata per metà della sua carriera), alla televisione, al cinema sia d’autore sia popolare. Ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi come il Premio Vittorio Mezzogiorno per il teatro, 2 candidature ai Nastri d’Argento come Miglior Attrice Protagonista e ha vinto il Premio Anna Magnani per il cinema nel 2018. Il monologo Smarrimento (debutto nell’autunno 2019) segna l’incontro artistico di due indiscutibili talenti.
1 MARZO
ASCOLI PICENO | TEATRO VENTIDIO BASSO
ATGTP
IL GRANDE GIOCO
di Silvano Fiordelmondo, Simone Guerro, Francesco Niccolini
con Silvano Fiordelmondo, Fabio Spadoni
regia e scrittura scenica Simone Guerro
Hector e Papios. Due fratelli. Una vita sola. Un grande gioco, fatto di condivisione, complicità e affetto smisurato. Una notizia inaspettata irrompe nella loro vita e modifica il ritmo della loro relazione. Da quel momento parte una nuova avventura: i due compilano una lista dei desideri, da esaudire tutti, sfidando il tempo, come ogni grande gioco che si rispetti. In questo modo, in un divertimento continuo, che passa per un rocambolesco viaggio al mare, un’improbabile serata in discoteca, un lunapark e un ultimo inaspettato desiderio, si arriva alla fine di una intensa giornata. I due fratelli si lasciano andare, ognuno per il suo viaggio, serenamente perché consapevoli di avere vissuto tutto quello che c’era da vivere. La lista dei desideri è finita ma non la loro straordinaria storia. Uno spettacolo che vede in scena lo storico attore del Teatro Pirata Silvano Fiordelmondo insieme a Fabio Spadoni, attore con sindrome di Down, in una storia che commuove e diverte.
1 MARZO
SAN COSTANZO | TEATRO DELLA CONCORDIA
RICHARD DAWSON
Torna a trovarci, a due anni dalle ultime e folgoranti apparizioni italiane, Richard Dawson, il bardo di Newcastle autore (su Domino) di uno dei dischi più interessanti e discussi di questi ultimi mesi, intitolato 2020. Se l’altra volta sul palco Richard era tutto solo, intento a cantare (a cappella o accompagnato da una chitarra elettrica suonata al fulmicotone) le storie e i personaggi di ambientazione medievale che componevano lo straordinario affresco di Peasant, in questa occasione l’artista si presenta in classica formazione a tre (voce/chitarra, basso e batteria): sicuramente l’assetto più funzionale a portare in scena il folk-rock graffiante e sbilenco del nuovo album, ritratto di una nazione sull’orlo di una crisi di nervi, raccontata attraverso le ansie e i desideri del suo frastornato ceto medio. 2020 ci proietta in un futuro immediato. Nelle sue dieci canzoni racconta “una nazione insulare in mutazione, una società sull’orlo del collasso mentale”. Con la consueta verve mercuriale canterburiana Dawson racconta, con graffiante humor nero, profili umani probabili e improbabili, le loro ansie, follie e debolezze. La cosa stupefacente è che le immagini che evoca, apparentemente senza un senso profondo, si vanno a sovrapporre perfettamente alle nostre vite.
2 MARZO
POLLENZA | TEATRO VERDI
Pipa e Sycamore T Company
IL TEST
di Jordi Vallejo, traduzione di Piero Pasqua
con Roberto Ciufoli, Benedicta Boccoli
regia Roberto Ciufoli
“Cosa preferisci: centomila euro subito o un milione di euro fra dieci anni?”. Hector e Paula, coppia non priva di problemi economici, devono rispondere a tale quesito proposto dall’amico Toni, mentre attendono a cena l’arrivo della sua giovane fidanzata. Accontentarsi di una bella fortuna subito o aspettare anni per decuplicarla? Tutto inizia in un clima di divertita amicizia, che, fra battute di spirito e dialoghi al vetriolo, si fa sempre più feroce mettendo progressivamente a nudo caratteri, pensieri reconditi e intimi segreti dei quattro commensali. La commedia si fa ancora più avvincente grazie al coinvolgimento del pubblico che viene chiamato, a inizio spettacolo, a decidere quale ruolo, fra i protagonisti maschili Hector e Toni, assegnare ai noti attori Roberto Ciufoli e Simone Colombari.
Ci dice il regista: “Siamo sempre alla ricerca della giusta risposta, per apparire intelligenti e svegli. Cosa può nascondersi dietro l’innocuo ‘è meglio un uovo oggi o la gallina domani’? Rispondere che dipende dalla salute della gallina denoterà sagacia, cinismo oppure analisi pragmatica? Nella nostra storia quattro amici sono travolti da un apparentemente inoffensivo test comportamentale. Ho voluto che pure il pubblico ne fosse partecipe all’inizio: ‘Chi volete che interpreti chi?’. Due attori e due personaggi maschili molto diversi, agli spettatori la scelta. Sarà quella giusta? Il test va in scena. E sarà appassionante”.
3 MARZO
MAIOLATI SPONTINI | TEATRO G. SPONTINI
21 MARZO
CORINALDO | TEATRO GOLDONI
26 MARZO
PORTO SAN GIORGIO | TEATRO COMUNALE
27 MARZO
TOLENTINO | TEATRO VACCAJ
Officine del Teatro Italiano
MAURIZIO IV
un Pirandello pulp
di Edoardo Erba
con Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia
regia Gianluca Guidi
Maurizio è un regista che sta per mettere in scena il “Gioco delle Parti” di Pirandello. Con lui un tecnico appena assunto, Carmine, siciliano di mezza età, che non sa nulla dello spettacolo. Pur di lavorare il meno possibile, Carmine si mette a discutere ogni dettaglio. Le sue idee sono talmente innovative che spingono Maurizio a pensare a una regia completamente diversa: un Pirandello pulp. Progressivamente i ruoli fra i due si invertono: Carmine prende in mano la situazione e Maurizio lo asseconda. Eppure non tutto è come sembra, e la scoperta di inquietanti verità scuote i precari equilibri e fa precipitare la commedia verso un finale inaspettato.
3 MARZO
FERMO | TEATRO DELL’AQUILA
Marche Teatro / Teatro Stabile di Napoli -Teatro Nazionale
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
di Jane Austen, adattamento teatrale di Antonio Piccolo
con Arturo Cirillo, Valentina Picello
Riccardo Buffonini, Alessandra De Santis, Rosario Giglio
Sara Putignano, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta
regia Arturo Cirillo
3 MARZO
CORINALDO | TEATRO GOLDONI
Mentecomica
CASALINGHI DISPERATI
di Cinzia Berni, Guido Polito
con Nicola Pistoia, Gianni Ferreri
Max Pisu, Danilo Brugia
regia Diego Ruiz
Chi l’ha detto che gli uomini senza le mogli non riescono a cavarsela?
Quattro uomini, separati e piuttosto al verde, si dividono un appartamento districandosi tra faccende domestiche, spese al supermercato e una difficile convivenza.
I quattro casalinghi disperati potrebbero anche riuscire a trovare un equilibrio, se non fosse per il rapporto con le rispettive ex mogli che comunque continua a condizionare le loro vite; perché “si arriva a odiare una persona solo se l’hai tanto amata, se non la odi è perché non te ne è mai importato niente!”
Casalinghi disperati è una commedia frizzante e coinvolgente, un ritratto divertente e scanzonato di una realtà sociale che ultimamente è saltata più volte agli onori della cronaca.
Uno spettacolo esilarante che, con sguardo attento e sensibile, affronta tematiche importanti in cui tante persone, troppe, si possono riconoscere.
3 MARZO
CIVITANOVA MARCHE | TEATRO ROSSINI
Light can dance
ALICE IN WONDERLAND
da Alice nel mondo delle meraviglie
di Lewis Carroll
di e con Circus – Theatre Elysium
Uno spettacolo unico al mondo per tutta la famiglia, applaudito in Ucraina, paese di origine del gruppo, Russia, Bielorussia, Francia e Cina, dove un cast di trenta atleti acrobati e ballerini professionisti racconta attraverso la più innovativa delle arti circensi la fiaba di Alice nel mondo delle meraviglie. Lo spettacolo, basato sulla leggendaria storia di Lewis Carroll, racconta l’onirico intrecciando la ginnastica acrobatica, la recitazione, la danza e il circo sullo sfondo di impressionanti scene 3D. Circus-Theatre Elysium è stato fondato nel 2012, un circo collettivo che abbraccia i più esperti produttori, i migliori registi e attori; un progetto artistico nato dall’ispirazione di Oleg Apelfed, capace di raccogliere intorno a sé un cast di professionisti di respiro internazionale e mostrare le mille sorprendenti sfaccettature e possibilità di rappresentazione scenica del circo moderno, grazie anche al lavoro di Maria Remneva, direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina che, con più di vent’anni di esperienza ha vinto molteplici premi tra cui tre medaglie d’oro e la competizione internazionale degli artisti circensi a Parigi.
4 MARZO
PESARO | TEATRO ROSSINI
VINICIO CAPOSSELA
BESTIARIO D’AMORE
in collaborazione con Ventidieci
Vinicio Capossela è fra i cantautori italiani più apprezzati da pubblico e critica, polistrumentista e scrittore, nato in Germania, da genitori originari dell’Irpinia, cresce artisticamente nei circuiti underground dell’Emilia-Romagna, fino ad essere notato da Francesco Guccini, che lo porta al Club Tenco che lo lancia. Più di una decina i suoi album, fra studio e live. Esordisce con All’una e trentacinque circa, a cui segue Modì, Fra gli altri, Camera a sud (Che cossé l’amor, colonna sonora dei film L’Ora di religione di Marco Bellocchio e Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo), Il ballo di San Vito, Canzoni a manovella, Marinai profeti e balene e Ballate per uomini e bestie.
Evidente la fortissima influenza del cantautore americano Tom Waits, Capossela è tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco: quattro Targhe Tenco e un Premio Tenco alla carriera.
Il concerto comprende in gran parte un repertorio di canzoni edite, cucite insieme in un racconto che ci porta a spasso tra le storie di animali celebri, simbolismi, bestiari. Bestie cantate per farci un giro da “bestie incantate”, come venivano chiamate le bestie che si esibivano con i saltimbanchi. Però le bestie sotto incantesimo siamo noi, come scrive bene James Hillman in Animali del sogno… Chi sono, gli animali che compaiono nei nostri sogni, e perché vengono proprio a noi che abbiamo trascorso gli ultimi due secoli a sterminarli regolarmente, a un ritmo sempre più rapido, senza pietà, specie per specie, in ogni parte del mondo? Eppure con quanta incrollabile fiducia continuano a entrare nella nostra anima del sogno, nelle nostre fantasie infantili, nel nostro immaginario artistico… Addentrarci in questo sogno è lo scopo di questo concerto. Un gioco simbolico con il quale il fantasioso cantautore, è capace di riportare l’uomo a pensare alla sua bestialità, a specchiarsi negli animali e ritrovare una parte di sé. Una rassegna di personaggi animaleschi interpretati dallo stesso Capossela.
5 MARZO
GROTTAMMARE | TEATRO DELLE ENERGIE
Teatro Cast
LE TRE VECCHIE
con Rossana Candellori, Romana Romandini, Silvia Maria Speri, Elisa Maestri
regia ed elaborazione drammaturgica Alessandro Marinelli
Le vecchie contesse De Felice, nobili gemelle decadute, sono affette da un grave disturbo psichico: rimuovono sistematicamente il loro misterioso passato, lo distorcono, s’imbellettano come fanciulle in fiore nella speranza di attrarre spasimanti che le salvino dalla miseria e che le rendano madri, senza alcun pensiero alla sterilità anagrafica in cui sono ormai confinate. Paradossalmente, ora che la vecchiaia le ha ormai divorate, nei loro corpi appassiti rinverdiscono le tensioni sessuali della giovinezza, il loro essere brama l’irruenza del corpo maschile, la loro carne risente la morsa d’un piacere malato, consumato anni addietro in modo aberrante, nel perimetro angusto delle mura domestiche. Sono creature che vivono ai margini queste contesse, larve reiette, schernite ed estromesse da un mondo che non sa comprendere. Osservandole, mi tornano alla memoria le parole con cui Pirandello descriveva il sentimento del contrario: “Vorremmo ridere, ma il riso non ci viene alle labbra schietto e facile; sentiamo che qualcosa ce lo turba e ce l’ostacola; è un senso di commiserazione, di pena e anche d’ammirazione”. E infatti, mentre l’intreccio procede in costante bilico tra la pochade e il Grand Guignol, avvertiamo il peso d’un dolore insopportabile, d’uno strazio lacerante e impossibile da cancellare. Avvertiamo l’abisso. Ed è appunto l’abisso ciò che più m’interessa indagare, l’orrore da cui origina una devianza, la genesi d’un comportamento non allineato. Perché oggi – come ieri – ciò che è diverso è spesso demonizzato. Invece, prima d’ogni altra cosa, ciò che è diverso dovrebbe essere compreso.
Alessandro Marinelli
5 MARZO
URBINO | TEATRO SANZIO
6 MARZO
OSTRA | TEATRO LA VITTORIA
Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Teatro Biondo di Palermo
Accademia Perduta/Romagna Teatri
L’ABISSO
tratto da Appunti per un naufragio [Sellerio editore]
di e con Davide Enia
musiche composte ed eseguite da Giulio Barocchieri
con L’abisso
Davide Enia ha vinto il Premio Maschere del Teatro 2019
come Miglior Interprete di Monologo
Dopo anni trascorsi a Lampedusa a recuperare testimonianze dirette, Davide Enia, palermitano, scrittore, drammaturgo, interprete e regista di se stesso, ha scritto un romanzo prima, Appunti per un naufragio da cui è nato lo spettacolo L’abisso. Con il gesto, il canto, il cunto, si fronteggia la difficoltà di raccontare il tempo presente nel momento della crisi, tra sbarchi e annegamenti nel Mediterraneo, epopea di eroi odierni, tra vita e morte, che diventa metafora di un naufragio individuale e collettivo. Un racconto urgente, profondo, attuale, quello del Mediterraneo che ingoia i migranti e quello interiore di un uomo di mare. L’odissea di una Guardia costiera costretta ad aggiornare il proprio mestiere addestrandosi fisicamente e psicologicamente a salvare vite umane di migranti o recuperarne i cadaveri. Le parole dei testimoni si fanno carne. Il testo diventa allo stesso tempo testimonianza storica e percorso esistenziale che riguarda tutti noi. Sul palcoscenico è trasferita questa lotta combattuta in mare aperto, che salva e inghiotte destini umani. La messa in scena fonde diversi registri e linguaggi teatrali, gli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, e il cunto palermitano, sulle melodie a più voci che si intrecciano senza sosta fino a diventare preghiere cariche di rabbia quando il mare ruggisce. Nelle reti, assieme al pescato, si ritrovano i cadaveri di uomini, donne, “piccirìddi”.
6 MARZO
MACERATA FELTRIA | TEATRO BATTELLI
Foxtrot Golf
UN GRANDE GRIDO D’AMORE
di Josiane Balasko
con Barbara De Rossi e Francesco Branchetti
e con Isabella Giannone e Simone Lambertini
regia Francesco Branchetti
Barbara De Rossi e Francesco Branchetti sono i bravi protagonisti di questa commedia brillante firmata da Josiane Balasko.
Gigì Ortega e Hugo Martial sono due attori ed erano una coppia famosissima fino a una quindicina di anni prima, coppia anche nel privato.
Poi lei ha abbandonato le scene e lui continua a fare spettacoli; ma il suo non è più il nome di richiamo per il pubblico.
La scena si apre con l’agente Silvestre e con il regista di uno spettacolo con Hugo Martial che si trovano davanti alla defezione dell’attrice protagonista, partner di Martial, poco prima del debutto dello spettacolo.
L’agente Silvestre per risolvere la situazione non trovando altri nomi famosi che la possano sostituire, decide di formare di nuovo la mitica coppia Ortega/Martial sperando che la rentrée della coppia porti grande pubblicità e pubblico allo spettacolo e contatta l’attrice.
Da qui iniziano una serie di stratagemmi e imbrogli per convincere Hugo e Gigì a tornare insieme dato che tra i due non corre più buon sangue.
Ne scaturiscono una serie di esilaranti situazioni e un susseguirsi di equivoci in un’atmosfera spesso deflagrante, ricca di suspense, ma anche di tenerezza.
6 MARZO
CORINALDO | TEATRO GOLDONI
Compagnia Ersiliadanza
CALLAS
e altre voci straordinarie
progetto, coreografia e regia Laura Corradi
creato con Midori Watanabe, Carlotta Plebs Alberto Munarin
Sono saliti tutti a bordo? Si è imbarcata anche lei, la grande Callas. Ci sono suoni che incantano, che fermano il tempo. Diventiamo parte di una polvere che danza e canta sospesa, fatta di particelle tutte uguali, tutte della stessa origine, della stessa sostanza, forse davvero quella dei sogni. Laura Corradi
6 MARZO
SANT’ELPIDIO A MARE | TEATRO CICCONI
BUNGARO
MAREDENTRO LIVE TOUR
con Bungaro, chitarra e voce
Antonio De Luise, contrabbasso
Marco Pacassoni, vibrafono, percussioni, batteria
Antonio Fresa, pianoforte
Bungaro è un cantautore elegante e un artigiano della musica ed è uno degli autori più ricercati dell’attuale panorama musicale italiano.
Compositore raffinato, le sue canzoni viaggiano con naturalezza tra le voci illustri di icone della musica italiana ed internazionale come Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Ornella Vanoni, Giusy Ferreri, Antonella Ruggiero, Chiara Civello, Marco Mengoni, Neri Marcorè, Petra Magoni, Paola Cortellesi. Inoltre ha scritto e collaborato con nomi della scena internazionale quali Youssou N’Dour (Senegal), Omar Sosa (Cuba), Daniela Mercury, Paula Morelembaum, Miucha Buarque de Hollanda (Brasile), Ana Carolina (Brasile), Tinkara (Slovenia) Ian Anderson dei Jethro Tull (UK). Nel 2012 ha duettato con Ivan Lins per il progetto InventaRio, disco nominato ai Latin Grammy Awards nel 2014.
In occasione dei 25 anni di carriera l’artista presenta al pubblico il suo primo album dal vivo. Nel viaggio di pochi mesi Maredentro Live (etichetta Esordisco) ha ricevuto eccellenti riscontri dalla critica e ha avuto diversi riconoscimenti, tra i quali anche il Premio Lunezia e il Premio del Social World Film Festival. Il disco contiene una miriade di perle da scoprire o riscoprire, brani riarrangiati e interpretati nel suo stile inconfondibile ed essenziale. Inoltre, per la prima volta, Bungaro interpreta canzoni di altri artisti come Domenico Modugno, Libero Bovio, David Byrne dei Talking Heads e Jovanotti.
6 MARZO
PERGOLA | TEATRO ANGEL DAL FOCO
I due della città del sole
NON È VERO MA CI CREDO
di Peppino De Filippo
con Enzo Decaro
regia Leo Muscato
Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora fare nulla di questo mestiere. Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e lui mi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni; poi mi trasferii a Milano per studiare regia. Ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare ad un progetto da fare insieme. Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno. Ereditando la direzione artistica della sua compagnia, ho deciso di inaugurare questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ho fatto con lui, Non è vero ma ci credo.
Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della Commedia dell’arte. Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto.
Peppino De Filippo aveva ambientato questa storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni 30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Noi seguiremo questa sua intuizione avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni 80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. Leo Muscato
7 MARZO
SAN COSTANZO | TEATRO DELLA CONCORDIA
TI LASCIO PERCHÉ HO FINITO L’OSSITOCINA
di e con Giulia Pont
regia Francesca Lo Bue
Ti lascio perché tu meriti di più.
Ti lascio perché ti amo troppo.
Ti lascio perché ho bisogno di stare da solo.
Ti lascio perché non voglio farti soffrire.
Ti lascio perché ho altre priorità.
Ti lascio perché voglio imparare a suonare l’ukulele…
La fine di una storia d’amore è uno degli eventi più comuni e traumatici della vita di ognuno. Un dramma che spesso si riempie di risvolti comici, talvolta assurdi.
Giulia tenterà di guarire il suo mal d’amore sperimentando in maniera folle il potere terapeutico del teatro: il pubblico diventerà il suo terapeuta.
Una chiacchierata spassosa e coinvolgente dove pensieri, emozioni, disastrose manovre di riavvicinamento e improbabili consigli di parenti e amici s’intrecciano. Un gioco divertente, commovente e catartico.
7 MARZO
PESARO | TEATRO ROSSINI
BUON COMPLEANNO ROSSINI
SETTIMANE ROSSINIANE 2020
EZIO BOSSO & CONSERVATORIO ROSSINI
in concerto
EZIO BOSSO direttore
solisti, coro e orchestra del CONSERVATORIO ROSSINI
con la partecipazione dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”
musiche Mozart, Beethoven, Rossini
a cura di Conservatorio Statale di Musica “G. Rossini”
Sabato 7 marzo alle ore 21 al Teatro Rossini, degna conclusione delle ‘Settimane rossiniane’ con un concerto di musiche di Mozart, Beethoven e Rossini che vedrà protagonisti Solisti, Coro maschile e Orchestra del Conservatorio diretti per questa importante occasione dal Maestro Ezio Bosso. Il concerto rappresenta in realtà il momento finale di un prezioso workshop di formazione orchestrale che il Maestro Bosso (già, tra l’altro, Testimone e Ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14 che promuove l’eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del Maestro Claudio Abbado) dedica agli studenti del Conservatorio Rossini nella settimana precedente il concerto. L’evento, realizzato attraverso il sostegno del Comune di Pesaro e di AMAT, prevede anche la partecipazione dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”.
Ezio Bosso è ormai riconosciuto come l’unico direttore d’orchestra in grado di portare il grande pubblico ad ascoltare il repertorio classico nelle sale da concerto senza scendere a compromessi, ma bensì lavorando duramente sull’estetica filologica del suono. Solo nell’ultimo anno in paese difficile come l’Italia, oltre 100.000 persone hanno assistito ai suoi concerti alla testa di diverse compagini o della sua Europa Philarmonic. Formatosi a Vienna sotto la guida di Ősterreicher e Streicher, è oggi Direttore stabile e Artistico della Europa Philharmonic Orchestra, già StradivariFestival Chamber Orchestra, Sony Classical International Artist dal 2016, a Febbraio 2018 è stato nominato Steinway Artist. Ezio Bosso è inoltre Testimone e Ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del Maestro Claudio Abbado, diretta dalla figlia Alessandra. Inoltre a gennaio 2019 è stato protagonista sul podio dell’evento “Grazie Claudio” per i 5 anni dalla scomparsa di Abbado, guidando una compagine dei musicisti più cari al maestro Abbado provenienti da tutto il mondo e a giugno 2019, con il programma di Rai3 Che Storia è la Musica, ha rivoluzionato la divulgazione musicale in TV ideando un nuovo format che ha subito ottenuto un inaspettato successo con oltre 1.300.000 spettatori di media. Il 25 Dicembre ’19 Che Storia è la Musica è tornato in prima serata con la Sesta Sinfonia di Ciaikovsky, confermando i dati di ascolto del debutto. Inoltre ad agosto 2019 il suo concerto di debutto all’Arena di Verona con i Carmina Burana ha segnato il record di presenze per la sinfonica della Fondazione con ben oltre 14.000 persone, un clamoroso sold out e ripetute standing ovation. Ha diretto, tra le altre, Orchestra Filarmonica del Teatro La Fenice di Venezia, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, di cui è stato Direttore Principale Ospite e che ha trionfalmente condotto sia nel teatro della città a dicembre ‘16 sia in Piazza Maggiore davanti ad oltre 10.000 persone per l’Opening Act del G7 Ambiente, concerto premiato ai Live Award di Lisbona come miglior evento musicale europeo dell’anno; la Georgian State Opera and Ballet per il gala operistico con le dive del canto Nino Surguladze e Carmen Giannatasio, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di cui è ospite assiduo, la London
Simphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra da Camera di Mantova, L’Orchestra da Camera Lituana, l’Orchestra Filarmonica Toscanini di Parma, l’Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi di Salerno, l’Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, The London Strings, di cui è stato direttore principale, l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, di cui è stato Direttore Musicale.
Compositore pluripremiato ed eseguito in tutto il mondo da prestigiose istituzioni, quali la Wiener Staatsoper, Royal Opera House, New York City Ballet, Théâtre du Châtelet, San Francisco Ballet, Teatro Bolshoij, Ezio Bosso è anche tra i best sellers discografici europei nel segmento classico.
7 MARZO
PORTO SAN GIORGIO | TEATRO COMUNALE
Florian Metateatro/Accademia degli Artefatti
LA CHIAVE DELL’ASCENSORE
testo Agota Kristof
con Anna Paola Vellaccio
regia Fabrizio Arcuri
il testo della Kristof viene proposto nell’interpretazione intensa e struggente di Anna Paola Vellaccio, allestimento e regia di Fabrizio Arcuri. Tutta la pièce è giocata sull’intreccio di sonorità, luce e fisicità attorica. Musica e voce spesso si compenetrano, creando un’atmosfera di sospensione trasognata, inquieta e perturbante. In particolare, la vocalità di Anna Paola Vellaccio è di un’intensità che mette i brividi, vira nel giro di un istante dalla narrazione, alla cantilena dolente, al grido straziato, e ricalca con la voce il senso del racconto fino a punte onomatopeiche che sono pura poesia vocale. Colpisce nel segno anche la fisicità intensa e solipsistica della protagonista, che trasmette con potenza tutto il sentire di dolore dato dall’isolamento e dalla castrazione programmatica di ogni espressione del desiderio di evasione e libertà
È stupefacente l’analogia tra il testo che abbiamo letto e quanto ascoltiamo nella misura in cui ne è stupefacente la differenza – per la ricchezza e lancinante potenza dei toni e per gli effetti e suggestioni di luci. Il regista Fabrizio Arcuri e l’interprete Anna Paola Vellaccio avevano già lavorato insieme. L’accordo è misterioso, sono un tutt’uno. Franco Cordelli, “Corriere della Sera”
7 MARZO
MATELICA | TEATRO PIERMARINI
Stivalaccio Teatro, Teatro Stabile Veneto
ROMEO E GIULIETTA
L’amore è saltimbanco
soggetto originale Marco Zoppello
con Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello
regia Marco Zoppello
- Venezia in subbuglio. Per calli e fondamenta circola la novella: Enrico III di Valois, diretto a Parigi per essere incoronato Re di Francia, passerà una notte nella Serenissima. Un onore immenso per il Doge e per la città lagunare. Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni, coppia di ciarlatani saltimbanco dai trascorsi burrascosi, vengono incaricati di dare spettacolo in onore del principe. Mica una storia qualunque, certo che no. La più grande storia d’amore che sia mai stata scritta: Romeo e Giulietta.
Due ore di tempo per prepararsi ad andare in scena, provare lo spettacolo e soprattutto trovare la “Giulietta” giusta, casta e pura, da far ammirare al principe Enrico. Ed ecco comparire nel campiello la procace Veronica Franco, poetessa e “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta. Si assiste dunque ad una “prova aperta”, alla maniera dei comici del Sogno di una notte di mezza estate, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.
Shakespeare diventa materia viva nel quale immergere le mani per portare sul palco, attraverso il teatro popolare, le grandi passioni dell’uomo, le gelosie otelliane, i pregiudizi da mercante, tempeste e naufragi, in una danza tra la vita e la morte, coltelli e veleni.
7 & 8 MARZO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
Pupi e Fresedde – Centro Nazionale di Produzione Teatrale-Firenze/Uthopia
L’OSPITE: UNA QUESTIONE PRIVATA
di Oscar De Summa
con Ciro Masella e Aleksandros Memetaj
regia Ciro Masella
Il male e il bene, ciò che è giusto e ciò che non lo è, il torto e la ragione; i limiti e i confini della giustizia e della propria personale libertà, i comportamenti umani e il loro sconfinamento nell’inumano, la paura e le sue derive. Cosa siamo disposti a fare per proteggere ciò che reputiamo nostro? Temi come l’accoglienza, il rispetto delle differenze, i confini della propria e delle altrui libertà, una storia che ci coinvolge tutti e ci costringe a scegliere da che parte stare, orchestrando un gioco a tratti beckettiano due attori si contendono strenuamente il torto e la ragione, il ruolo del “buono” e del “cattivo”, su quel confine pericoloso e sempre meno netto e sicuro fra bene e male. Il potere che corrompe, la sete di vendetta, l’essere umano posto nella condizione di schiavo sembra trovare liberazione dai gravami della vita solo attraverso una purificazione violenta, scevro da ogni moralità, l’uomo si tende per appiattirsi e adattarsi alla società consumistica che lo vuole sempre più suo, sempre più piegato ai suoi bisogni, in cui ogni oggetto, ogni gesto, ogni momento può, anzi deve essere, bilanciato economicamente, in cui non c’è spazio per sentimenti e ammennicoli di questo genere, allora la frustrazione dell’uomo del XXI secolo diviene violenza, prevaricazione, dominio trasformando le vittime quando possibile in carnefici. Questo spettacolo ci pone davanti a quesiti così attuali che vorremmo risolverli con una risata e passare avanti alla scena successiva, ma invece ci chiede più e più volte: “Quanto siete umani, ancora?
8 MARZO
PORTO SANT’ELPIDIO | TEATRO DELLE API
AB Management
W LE DONNE!
di Riccardo Rossi, Alberto Di Risio
con Riccardo Rossi
regia Cristiano D’Alisera
La donna è la prima persona che conosciamo al mondo! Maschi o femmine è uguale: è sempre lei il nostro primo incontro. Ma se le bambine crescendo diverranno sempre più “colleghe” della madre (prima o poi faranno un figlio anche loro) i maschi si ritroveranno per tutta la vita a fare i conti con quell’essere che li ha generati. Ma i ruoli nel corso degli anni cambieranno, dopo la madre conosceranno la tata, la sorella, la nonna, la prima amichetta, la maestra, la fidanzata importante, la moglie, la figlia, la ex moglie, che si svelerà essere un’altra persona, poi la seconda moglie e si spera l’ultima, e così via, senza dimenticare ovviamente la più temuta: la suocera! (e addirittura la seconda suocera!)
Grazie a tutti questi incontri con le donne nel corso della sua vita, all’uomo non resterà altro che fare l’unica cosa che non avrebbe mai voluto: crescere.
8 MARZO
GRADARA | TEATRO COMUNALE
DALLA DONNA OGGETTO
ALL’OGGETTO DONNA
conferenza spettacolo di Michele Gianni
musica dal vivo Giuseppe Grassi
Perché i designer di tutto il mondo stanno invadendo ogni spazio della nostra vita quotidiana, dal bagno alla cucina, dal luogo di lavoro ai luoghi di ritrovo, con ogni sorta di oggetto a forma di donna?
Perché un numero crescente di utensili sta rapidamente prendendo la forma di un corpo femminile, da impugnare ed impiegare a nostro piacimento?
L’imbarazzante proliferare di oggetti muliebriformi sottende forse una malcelata nostalgia per la donna-oggetto, cancellata dalla rivoluzione femminile, ma ancora saldamente ancorata all’immaginario maschile?
Svolgere mansioni che fino a pochi decenni fa erano riservate alle donne è più accettabile se gli utensili che si utilizzano hanno la sembianza di un corpo femminile?
A queste inquietanti domande cerca di dare una risposta Michele Gianni che, a 15 anni dal debutto nel San Costanzo Show, torna al genere della conferenza sarcastica.
8 MARZO
SENIGALLIA | TEATRO LA FENICE
G.D.O. Dance Company E.Sperimenti
HOPERA
danzatori Filippo Braco, Mattia De Virgiliis
Francesco Di Luzio, Andrea Ferrarini Federica Galimberti
Eleonora Lippi, Stefano Otoyo, Silvia Pinna
Laura Ragni Daniele Toti, Martina Ragni
regia e direzione team coreografico Federica Galimberti
team coreografico Mattia De Virgiliis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti
musiche Giuseppe Verdi, Ruggero Leoncavallo, Gioachino Rossini
Georg Friedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart
La musica colta, quella delle arie d’opera o delle sinfonie, delle melodie simbolo del nostro grande repertorio e delle nostre radici, ma anche di quel patrimonio inestimabile che tutto il mondo ammira, è la vera protagonista di questa produzione artistica apprezzata fin dal suo debutto per la levità coreografica e l’arguzia con cui i tre giovani coreografi ne hanno costruito l’architettura. Verdi, Leoncavallo, Rossini, ma anche Händel e Mozart risplendono nel tocco raffinato degli interpreti forti di un linguaggio teatrale, nuovo, contaminato, ironico, fresco, fruibile ma comunque prezioso e di contenuto drammaturgico. Eleganza e humor sottile caratterizzano i coinvolgenti performers di un cast prevalentemente maschile, molto diversi tra loro per linee, gestualità, fisicità e virtuosismo, capaci però di diventare un tutt’uno nel momento corale della coreografia. Hopera suggerisce dunque una diversa prospettiva per approcciare quel patrimonio musicale colto e godere della sua estrema ‘freschezza’ e attualità, avvicinando così mondi diversi e lontani e contagiando il pubblico nel sorriso e nella leggerezza.
8 MARZO
CAGLI | TEATRO COMUNALE
I Fratelli Caproni
I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE
ideato, diretto e interpretato da Alessandro Larocca
Andrea Ruberti e Max Zatta
testi Luca Chieregato
C’è un regno, piccolo, molto piccolo, così piccolo da somigliare a un circo, dove vivevano due fratelli stravaganti, un po’ eccentrici, un po’ anziani, un po’ clown, consiglieri di un giovane sovrano, che desta in loro molta preoccupazione perché incapace di prendersi cura del proprio regno. L’imperatore è vanitoso, superficiale, passa il suo tempo a curare il proprio aspetto, si cambia d’abito in continuazione e non è mai soddisfatto di ciò che indossa. “Qui ci vuole un piano segreto, uno stratagemma!”, pensano i due fidati consiglieri…
I Fratelli Caproni si cimentano con un classico della letteratura per ragazzi, scritto da Hans Christian Andersen affinché tutti possano vedere la fragilità del potere.
8 MARZO
CHIARAVALLE | TEATRO VALLE
Teatro Valdoca
BELLO MONDO
rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri
con la guida di Cesare Ronconi
In Bello Mondo Mariangela Gualtieri cuce versi tratti soprattutto da Le giovani parole (Einaudi, 2015), ma inserisce anche poesie da raccolte precedenti, al fine di comporre una partitura ritmica che passa dall’allegretto al grave, dall’adagio fino al grande largo finale, col suo lungo e accorato ringraziamento al bello mondo, appunto, con la sua ancora percepibile meraviglia. La natura e le potenze arcaiche della natura sono in primo piano, con un io in ascolto delle minime venature di suono, con un tu al quale vengono rivolte parole d’amore, senza tuttavia trascurare la fatica del tenersi insieme. Una sezione particolarmente intensa è dedicata alla madre, in uno scambio in cui i ruoli sbiadiscono e si invertono, in uno sbigottimento di fronte all’inspiegabile disimparare il mondo, allo scolorire dei connotati nella feroce e dolce vecchiaia, al suo insegnamento. Vi è poi a tratti un noi accorato, straziato, rotto o severo, esortativo, secondo lo spirito epico delle più vive opere del Teatro Valdoca. In questo nuovo rito sonoro la Gualtieri continua il cammino dentro l’energia orale/aurale della poesia, nella certezza che essa sia un’antica, attuale via alla comprensione e compassione del mondo.
8 MARZO
RECANATI | TEATRO PERSIANI
Anfiteatro
LA LINGUA BLU
di Giuseppe di Bello
con Naya Dedemailan
regia di Giuseppe di Bello
Cosa si può chiedere di più a una storia che oltre a far tremare di paura nello stesso momento in cui ti stai sbellicando dalle risate, ti commuove fino alle lacrime?
Niente! Infatti la vera magia di questo spettacolo sono le pagine di Roald Dahl alle quali si ispira, per raccontare una storia ricca di emozioni e di spunti di riflessione a partire da come le apparenze dicono poco o niente della sostanza delle cose.
La storia di una bambina orfana che vive con una nonna molto speciale in un luogo dove le leggende si fondono spesso con la realtà. Dai racconti della nonna la bambina impara tutto quello che c’è da sapere sulle streghe, su come riconoscerle e naturalmente su come difendersi.
Casualmente, durante una vacanza, la bambina scopre che nel suo albergo le streghe tengono un convegno per pianificare una terribile progetto: trasformare tutti i bambini in topi.
Ma sarà la bambina a salvare il mondo dell’infanzia dal piano delle streghe.
8 MARZO
MONTECAROTTO | TEATRO COMUNALE
BLACK SEA DAHU
Black Sea Dahu è un nuovissimo progetto ideato dalla songwriter svizzera Janine Cathrein. L’impianto alt folk delle sue composizioni, ricchissime di splendidi ed elaborati arrangiamenti ed intuizioni sonore di alto livello sono la perfetta cornice per la vocalità di Janine, unica nella sua straordinaria timbrica ed estremamente flessibile nelle sue articolate seppur immediate melodie.
10 E 11 MARZO
FERMO | TEATRO DELL’AQUILA
Enfi teatro
ROMEO & GIULIETTA
NATI SOTTO CONTRARIA STELLA
da William Shakespeare
con Ale e Franz
drammaturgia e regia Leo Muscato
e con Eugenio Allegri, Marco Gobetti, Marco Zannoni
e con la partecipazione straordinaria di Paolo Graziosi
I veri protagonisti del nostro spettacolo, non sono i personaggi dell’opera, ma sette vecchi comici girovaghi che si presentano al pubblico per interpretare la dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo. Sanno bene che è una storia che già tutti conoscono, ma loro vogliono raccontarla osservando il più autentico spirito elisabettiano. Sono tutti uomini e ognuno di loro interpreta più personaggi, anche quelli femminili.
Il fatto è che le buone intenzioni non si sposano con le loro effettive capacità (o modalità) di stare in scena. Rivali e complici allo stesso tempo, da un lato si rubano le battute, dall’altro si aiutano come meglio possono. Convinti di essere dei bravi attori, non si rendono conto che, quando sono in palcoscenico, non riescono neanche a dissimulare i loro rapporti personali fatti di invidie, ripicche, alleanze, rappacificazioni. A volte, le intenzioni dei personaggi si confondono con le loro, provocando una serie di azioni e reazioni a catena che, in una dimensione meta-teatrale assolutamente involontaria, finiscono per massacrare la storia dell’esimio poeta! Presi singolarmente, sembrano avanzi di teatro; messi insieme, formano una compagnia tragica, involontariamente comica, quindi doppiamente tragica. Ma loro non lo sanno! Forse qualcuno lo immagina, ma preferisce non approfondire. Succede un miracolo però: nonostante tutto, la storia di Romeo e Giulietta vince su ogni cosa. In un modo o nell’altro, questi comici riescono a raccontare la storia dei due giovani amanti e arrivano a farlo anche se loro “giovani” non lo sono più da tanto tempo. E in un modo o nell’altro riescono pure a far commuovere. Forse perché dalla loro goffaggine traspare una verità che insinua un forte dubbio: quello che, in questa storia, più di chiunque altro, sono proprio loro quelli… Nati sotto contraria stella.
11 MARZO
TOLENTINO | TEATRO VACCAJ
Vico Quarto Mazzini-ATGTP
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
Un ex teatrante, dopo una lunga giornata passata in giro a dare volantini per promuovere la paninoteca per cui lavora, torna nel teatro dove vive: un teatro chiuso, dove non si dà più spettacolo, dove l’uomo non fa altro che dormire e ubriacarsi per non pensare a un passato che lo tormenta a tal punto da fargli decidere di farla finita. In quel momento degli strani individui irrompono nel suo teatro. Dicono di essere dei personaggi abbandonati dal loro autore e di portare con sé un dramma doloroso, macchiato di sangue e vergogna. Chiedono all’ex teatrante di poterlo vivere li , davanti a lui, affinché lo possa trascrivere donandogli vita eterna. L’ex teatrante e titubante, lui ha smesso col teatro, e non fa altro che ripetere: “Io non voglio più essere io”. Ed è così, che quasi senza accorgersene, l’uomo verrà catapultato in una sorta di sogno/incubo dove la finzione si mischierà alla realtà, dove il confine tra l’uomo e i personaggi diventerà impercettibile e il teatro e la vita si confonderanno fino a diventare una cosa sola
Lo spettacolo offre una visione non scontata dei classici temi pirandelliani (il teatro nel teatro, la crisi dell’io, il contrasto tra vita e forma). Lo fa per esaltare l’opera attraverso una chiave interpretativa che possa portare lo spettatore a riflettere su questi temi con un nuovo spirito e un rinnovato interesse.
11 MARZO
MONTEMARCIANO | TEATRO ALFIERI
Teatro della Caduta / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
MATTHIAS MARTELLI
PRIMO MIRACOLO DI GESÙ BAMBINO
da Mistero Buffo di Dario Fo
regia Eugenio Allegri
Il primo miracolo di Gesù Bambino è una delle giullarate più famose di Mistero buffo il capolavoro di Dario Fo e racconta i prodigi del piccolo Gesù, che i compagni di gioco chiamano con una punta di razzismo «Palestina». Il primo miracolo racconta infatti l’emigrazione della sacra famiglia da Betlemme e di come il piccolo Gesù riesca a farsi accettare dai bambini di un’altra città inventando il miracolo degli uccellini fatti con la creta. Una giullarata esilarante sui temi attualissimi dell’emigrazione, del lavoro e dell’integrazione costruita sull’inimitabile paradosso comico e grottesco del teatro di Fo che, nella tradizione dei giullari, impregnata di comicità e gestualità grottesche ed irriverenti, smaschera le eterne bugie del potere. Per smascherare le bugie del potere, con il riso amaro della commedia di Dario Fo
12 MARZO
LORETO | TEATRO COMUNALE
Ente Teatro Cronaca-Vesuvio Teatro
PARENTI SERPENTI
di Carmine Amoroso
con Lello Arena
regia di Luciano Melchionna
Lello Arena diretto da Luciano Melchionna è il protagonista della divertente e amara commedia di Carmine Amoroso, conosciuta dal grande pubblico grazie al film “cult” di Mario Monicelli del 1992.
Tutto ha inizio con un Natale a casa degli anziani genitori che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli ormai lontani. E se quest’anno gli amati genitori volessero chiedere qualcosa ai loro figli? Se volessero finalmente essere “accuditi”, chi si farà carico della loro richiesta?
Luciano Melchionna, il visionario creatore di Dignità Autonome di Prostituzione, costruisce uno spaccato di vita intimo e familiare di grande attualità, con un crescendo di situazioni esilaranti e spietate che riescono a far ridere e allo stesso tempo a far riflettere con profonda emozione e commozione.
13 MARZO
MOMBAROCCIO | TEATRO COMUNALE
VITTORIO “restiamo umani”
narrazione con musica e disegno
di e con Gianluca Foglia “Fogliazza”,
musiche originali oud e chitarra Emanuele Cappa
“Restiamo umani” è l’urlo più forte e necessario che oggi possa essere pronunciato, di fronte all’esodo dei richiedenti asili e alla deriva estremista che dilaga crescente in tutta Europa.
VITTORIO “restiamo umani” è una narrazione di teatro civile, un messaggio che invoca pace, subito e ovunque.
Racconta la vita del giornalista, scrittore e attivista pacifista Vittorio Arrigoni, detto Vik.
Vittorio nasce a Besana, in Brianza, il 4 febbraio 1975. È attivista per i diritti umani come volontario. (Europa, Africa, Medio Oriente). Nel 2002 è in Palestina per la prima volta. Diventerà la sua principale ragione di vita: la difesa dei diritti umani attraverso azioni pacifiche. “Restiamo umani” sono le parole con cui Vittorio chiude il suo diario Piombo Fuso in cui racconta, in diretta, l’assedio di guerra nella striscia di Gaza avvenuto nel 2008.
Vittorio è stato ucciso a Gaza il 15 aprile 2011 a soli 36 anni.
Le motivazioni sono tuttora oscure.
13 MARZO
ARCEVIA | TEATRO MISA
Nuovo Teatro Sanità
LA TESTA SOTT’ACQUA
di Helena Tornero
con Ciro Burzo, Mariano Coletti
Arianna Cozzi e Giampiero De Concilio
regia Riccardo Ciccarelli
È estate. Un gruppo di ragazzi Sara, Stefan, Josué e Thomas frequentano la piscina del loro quartiere, luogo dell’incontro, delle risate, degli amori che nascono, ma a volte anche di forti scontri. Stefan è un ragazzo debole e influenzabile; Thomas, un bullo sicuro di sé che odia tutto e tutti. Tra i due, che potrebbero, in un primo momento, apparire chiusi rispettivamente nel ruolo della vittima e del carnefice, si instaura, invece, un’insana complicità.
Così, quando Stefan vede Josué baciare Sara, di cui è perdutamente innamorato, e racconta l’accaduto a Thomas, lui ha già in mente un piano, radicale e crudele, per aiutare l’amico. Ispirato a una storia vera La testa sott’acqua affronta alcuni dei problemi più comuni che i giovani hanno e che interessano la società di oggi: l’intolleranza collettiva, l’esclusione sociale, i rapporti tra genitori e figli e la violenza giovanile.
13 MARZO
ARCEVIA | TEATRO MISA
Nuovo Teatro Sanità in collaborazione con Le Scimmie
LA TESTA SOTT’ACQUA
di Helena Tornero
con Ciro Burzo, Mariano Coletti, Arianna Cozzi e Enrico Pacini
regia ed adattamento Riccardo Ciccarelli
La testa sott’acqua dell’autrice catalana Helena Tornero affronta alcuni dei problemi più comuni che coinvolgono in un unico destino di sconfitta i giovani e la società: l’intolleranza collettiva, l’esclusione sociale, i rapporti tra genitori e figli, la violenza giovanile. Lo spettacolo prende le mosse da un vero episodio di bullismo, per raccontare la violenza che nasce dal disagio interiore vissuto dagli adolescenti nel momento in cui passano dall’essere bambini, dal mondo protetto e vellutato di innocenti, a quello degli adulti. Così in un’estate qualunque, un gruppo di ragazzi, Sara, Stefan, Josué e Thomas, che frequentano la piscina del loro quartiere – luogo di incontro, risate, amori che nascono, ma a volte anche di forti scontri – si trovano ad affrontare le delusioni date dai desideri e dalla vita da adulti.
13, 14, 15 MARZO
FANO | TEATRO DELLA FORTUNA
Nuovo Teatro – Fondazione Teatro della Toscana
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
con Arturo Muselli, Francesco Pannofino
Paola Minaccioni, Giorgio Marchesi
“Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto – afferma Ferzan Ozpetek -, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce”.
14 MARZO
MAIOLATI SPONTINI | TEATRO G. SPONTINI
IMARTS International Music and Arts
MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI SHOW!
scritto e interpretato da Massimo Lopez e Tullio Solenghi
con Jazz Company diretta dal M° Gabriele Comeglio
Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme sul palco dopo 15 anni come due vecchi amici che si ritrovano, in uno Show di cui sono interpreti ed autori, coadiuvati dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio, che esegue dal vivo la partitura musicale: uno spettacolo che dopo due stagioni trionfali in cui si sono superate le 200 repliche, si avvia alla terza con sempre rinnovata passione. Ne scaturisce una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, scketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. Tra i vari cammei, l’incontro tra papa Bergoglio (Massimo) e papa Ratzinger (Tullio) in un esilarante siparietto di vita domestica, o quello di Maurizio Costanzo con Giampiero Mughini; e poi i duetti musicali di Gino Paoli e Ornella Vanoni, e quello di Dean Martin e Frank Sinatra, che ha sbancato la puntata natalizia di Tale e Quale Show del 2016, dalla quale è scaturito il desiderio di tornare sulle scene insieme. In quasi due ore di spettacolo, Tullio e Massimo, da “vecchie volpi del palcoscenico”, si offrono alla platea con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile “marchio di fabbrica”.
Questo nostro spettacolo è nato quasi per gioco, con la voglia di tornare insieme sul palco dopo 15 anni, giocando appunto con i nostri attrezzi del mestiere, sketch, imitazioni, frammenti di teatro, parodie; il tutto condito da una bella colonna sonora, curata dalla Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio. In quasi due ore di show, capita così di imbattersi in un Amleto multietnico, in un frammento di vita quotidiana di papa Bergoglio e del suo amico Ratzinger, in un Rossini eseguito coi denti, nel duetto targato Las Vegas di Sinatra/Dean Martin o ancora negli echi di politici vecchi e nuovi o nell’affaccio di Paolo Conte in persona, ecc… ecc… Questa nostra scommessa, lanciata nell’estate 2017, ci ha ripagati alla grande con un centinaio di date nella prima stagione e più di cento nella seconda, e con altrettante e più in quella attuale 2019/2020. I teatri esauriti ci stanno esaltando, ma l’incontro col nostro pubblico contiene in sé una valenza affettiva che non era scontata. Ogni volta che il sipario si apre, infatti, è come se magicamente ci si ritrovasse tra parenti, quasi ogni spettatore ha un momento della sua vita legato a noi, legato al Trio: “Come regalo di laurea dai miei genitori pretesi due biglietti per venirvi a vedere al Sistina”, “Mio padre lo ricordo sempre serio, una sola volta lo vidi ridere, con voi”, “I primi gruppi di ascolto li istituimmo nel 1987 col Trio”, “Per far digerire ai miei figli i Promessi Sposi, sono stati provvidenziali i vostri”. Così, ogni sera, oltre al divertimento condividiamo col nostro pubblico un coinvolgimento emotivo che tocca il suo apice nel ricordo di Anna, due minuti di commozione pura, anche se i suoi due ex compagni di giochi Tullio e Massimo la sua presenza in scena la avvertono per tutte le due ore di spettacolo.
È il duo più famoso che ci sia, il più divertente, il più intelligente: seguito da un pubblico da stadio, che resta folgorato dalle loro imitazioni comiche. Solo loro possono fare due chiacchiere con il premier Giuseppe Conte; nessun altro può evocare insieme in palcoscenico ben due papi contemporaneamente: Bergoglio (Lopez) e Ratzinger (Solenghi), impegnati nella cucina del loro appartamentino in Vaticano. A ritmo sfrenato entrano ed escono i più famosi e meno famosi; Patti Pravo e Ornella Vanoni. Ed ancora Giampiero Mughini (Solenghi) presentato come uno scatenato asso del sesso. Il successo dello spettacolo è già stato sancito dalle duecentoventi repliche già fatte in tutta Italia; a queste se ne aggiungeranno, dopo Roma, altre ottanta. Lo show segue in parte la storia del Trio. In qualche passaggio lo evoca, lo cita, aggiunge storie e personaggi. E il duo getta in palcoscenico una commovente manciata di secondi. Anna è sempre con i suoi compagni.
14 MARZO
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
LYLAI feat. LAURA VASARI + NULARSE + VIOLET ANATOMY
GLOCAL SOUND / GIOVANE MUSICA D’AUTORE IN CIRCUITO
Una generazione di artisti rende vivace lo scenario dei giovani autori e produttori di musica indipendenti: la serata presenta il lavoro di tre artisti emersi dalla vetrina GLOCAL SOUND – Giovane Musica d’Autore in Circuito iniziativa promossa per promuovere la musica originale e inedita da, tra gli altri, Fondazione Piemonte dal Vivo e AMAT.
LYLAI feat. LAURA VASARI
Duo marchigiano composto da Alice e Laura, presentano il loro progetto sperimentale Dharma che nasce dall’incontro casuale di due personalità differenti unite dalla passione per la musica e decidono di raccontarsi tra suono e voce. Alice produce la musica, Laura è autrice dei testi e cantante.
NULARSE
Nularse è il progetto solista del Veneto Alessandro Donin, che si occupa della composizione, registrazione e performance live. Ha l’animo legato al mondo acustico, ma è anche innamorato del calore nostalgico della musica elettronica. Sospesi è il suo ultimo disco: un limbo in cui la nostalgia gioca con il futuro, in uno stato d’animo che ricorda quei dolci attimi passati sotto alle coperte prima del risveglio.
VIOLET ANATOMY
Una Band indipendente di Roma. Collaborano con altre realtà artistiche e fino ad oggi hanno pubblicato sei brani musicali. Il nucleo è composto da Adriano Mainolfi, Alessandro Coltorti e ciò che presentano è frutto di una ricerca sonora e testuale maturata nel tempo.
14 MARZO
CIVITANOVA MARCHE | TEATRO ANNIBAL CARO
EstEuropaOvest
LA TERRA TREMANO
uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giorgio Felicetti
scene e costumi Giorgia Basili
disegno luci Roberto Butani
Se c’è una vera storia comune del nostro Paese, è storia di terremotati. Una storia potente come la natura, importante come la vita. Una storia del sottosuolo, come la faglia. Una storia di luoghi bellissimi, come i borghi tra gli Appennini. Una storia di persone, donne, uomini, vecchi, bambini. Una storia di abbracci, di sogni, di sorrisi, di pianti. Una storia di spaesati. Una storia epica, tra mito e cronaca, che diventa rito magico, catarsi. Certo che si sa! L’Italia è terra in moto, da sempre, da sud a nord: Belice, Friuli, Irpinia, Marche, Umbria, Molise, L’Aquila, Emilia Romagna. Ma poi, viene quella botta tremenda del 2016, la più forte della storia recente. Un trauma gigantesco. Ancor più oggi nel cratere sismico, dove si resta nel forte scontento, e nefasti sono gli effetti nella vita delle persone. Vite cambiate, per sempre. Destini e luoghi stravolti. Personaggi a testa in giù: i pastori sotto le stelle che vedono implodere Amatrice, gli uomini e le donne in disperata fuga dai loro paesi, i bambini di Pescara del Tronto, e gli sradicati, gli spaesati, le tante, troppe voci strappate da Visso o Arquata, fanno de La terra tremano un urlo, una testimonianza, un punto di memoria, un’invocazione, una preghiera, una lettera aperta, scritta proprio con le lacrime e la forza di chi, nonostante tutto, resta ancora aggrappato alla sua terra. C’è forte, la voglia di andare avanti, oltre le macerie. Oltre la rabbia. Nel centro dell’Italia, in mezzo e sopra la natura, si può vivere, perché è bellissimo. Ma è urgente e necessario scegliere come farlo. È il tempo di raccontare questa storia. Perché riguarda tutti noi. Nessuno escluso.
14 E 15 MARZO
ASCOLI PICENO | TEATRO VENTIDIO BASSO
Synergie Arte Teatro
Festival Teatrale di Borgio Verezzi, ArtistiAssociati
ALLE 5 DA ME
di Pierre Chesnot
con Gaia De Laurentiis, Ugo Dighero
regia Stefano Artissunch
Alle 5 da me è una commedia esilarante, una macchina del divertimento che conquista il pubblico con un finale a sorpresa inaspettato che racconta dei disastrosi incontri sentimentali di un uomo e di una donna: lui in cerca di stabilità affettiva, lei ossessionata dal desiderio di maternità.
È stata Dorothee Chesnot a consigliarmi di leggere e mettere in scena il testo del padre Pierre Alle cinque da me, dopo aver visto ed apprezzato a Roma la mia messinscena di L’Inquilina del piano di sopra (altro esilarante testo di Chesnot), con Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero. Essendo stati molto amati in quella commedia lo stesso Chesnot, riprendendo in mano il testo di Alle cinque da me, ha pensato a Gaia e Ugo come interpreti e ha voluto “omaggiarli” scrivendo una scena appositamente per loro. Questa volta, cercando un’atmosfera in cui immergere i personaggi, mi sono lasciato suggestionare dai film franco-spagnoli, in cui il comico lambisce il grottesco. Tuttavia non ho voluto allontanarmi dall’obiettivo di mantenere il più possibile la “verità scenica”: senza rinunciare al sano divertimento e se pur attraverso il gioco del travestimento, ho mantenuto i caratteri umani e credibili, così che possano creare empatia con lo spettatore. La scenografia di Matteo Soltanto, una sorta di installazione, restituisce i colori e i sapori degli ambienti in cui si muovono i personaggi, mentre le musiche della Banda Osiris, originali e accattivanti, sono la vivace colonna sonora delle loro vite. È una sfida stimolante portare in scena Alle cinque da me: testo ricchissimo di battute e situazioni, è un vero e proprio cimento da condividere con attori e collaboratori. Una variegata galleria di personaggi acutamente studiata per generare una comicità intelligente, mai grottesca né banale. Stefano Artissunch
15 MARZO
LORETO | TEATRO COMUNALE
Ubo Teatro
TEATRO CHE PASSIONE
scritto e diretto da Michele Salvatori
con Valentina Antinori e Sara Mercorelli
Teatro che passione è uno spettacolo per ragazzi che racconta la magia che accade in teatro, la vita dell’attore e il suo mondo: cosa lo spinge a recitare, le emozioni che lo attraversano, il dietro le quinte prima di entrare in scena, fare la memoria, dimenticarsi le battute, i rituali, le superstizioni, l’interpretazione e gli applausi finali. In scena le due attrici intratterranno il pubblico con degli ingredienti inconfondibili: comicità, freddure e lazzi, senza perdere di vista la sfera emozionale e interpretativa. I bambini rimarranno affascinati e stupiti dai vari personaggi, caratterizzati da costumi stravaganti e sfarzosi.
15 MARZO
FABRIANO | TEATRO GENTILE
Evolution Dance Theater
NIGHT GARDEN
direttore artistico e coreografo Anthony Heinl
co-direttore e assistente coreografo Nadessja Casavecchia
danzatori Bruno Batisti, Lavinia Scott, Giuseppe Liuzzo, Carlotta Stassi
Antonella Abbate, Matteo Crisafulli, Anthony Heinl, Nadessja Casavecchia
Illusionismo, acrobazie e tanta energia per la compagnia italiana più vicina alla creatività di Momix. Evolution Dance Theater è un’originale fusione di danza, acrobazia ed effetti visivi. Da un decennio presenta spettacoli che affascinano e ipnotizzano il pubblico, riscuotendo grandissimo successo in Italia e in paesi quali Brasile, Colombia, Israele, Grecia, Hong Kong, Macao. Fondata a Roma nel 2008 dall’artista americano Anthony Heinl (già membro di MOMIX), la compagnia deve la sua fama alla creazione di performance innovative e, grazie al sapiente mix fra tecnologia ed arte, crea esperienze visive uniche e coinvolgenti.
Night Garden unisce l’arte, la danza e le doti acrobatiche dei ballerini alla magia delle ambientazioni tratte dal fantastico mondo della natura notturna. Il verde delle foglie si mescola all’oscurità delle ombre e Madre Natura dirige con il movimento la sua orchestra fatata dando vita ai colori e generando corpi celesti. Nebbia, riti propiziatori e pratiche oniriche animano la scena riempiendo gli occhi di visioni che stimolano la fantasia. Questo e tanto altro è in grado di regalare Night Garden grazie anche alle tracce musicali, che spaziano dai Massive Attack ai Radiohead, da Joni Mitchell ai Darkside, che contribuiscono a creare l’atmosfera di sogno. Inventiva, leggiadria, talento e sorpresa colorano lo spettacolo dotando di carattere e di luce le ombre della notte.
15 MARZO
MERCATELLO SUL METAURO | AULA MAGNA PLESSO SCOLASTICO
Teatrino dell’Erba Matta
IL LUPO E I SETTE CAPRETTI
di e con Daniele Debernardi
Un lupo si aggira attorno all’ovile dove 7 capretti sono immersi nello svolgimento delle loro attività quotidiane preferite: c’è chi suona, chi mangia, chi si guarda allo specchio e chi vorrebbe dormire.
La piccola comunità però vive sempre nell’attesa che il lupo cattivo un giorno o l’altro venga a rubare e divorare tutto ciò che trova. L’occasione per il famelico lupo Pepitos Gonzales (il lupo della nostra storia), si presenta quando mamma capra esce, perché invitata alla festa di compleanno della zia Fiorella. Il terrore si diffonde nell’ovile, ma per fortuna, uno dei 7 capretti è lo sceriffo Joe di Caprio, che vuol riportare un po’ d’ordine nel suo ranch.
15 MARZO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
Accademia Perduta/Romagna Teatri
UN TRENO DI PERCHÉ
di Ferruccio Filipazzi e Luciano Giuriola
da una idea scenica di Tinin Mantegazza
con Ferruccio Filipazzi
Un padre ed il suo piccolo stanno giocando con un trenino. Il padre è sommerso dai tanti perché del suo bambino. Un po’ negandosi, un po’ stando al gioco affiora il ricordo di Rocco, amico d’infanzia e del suo papà ferroviere. Un papà ferroviere, forse capotreno, che aveva sempre voglia di regalare storie a grandi e piccini. Il paese di Rocco erano poche case tra un pascolo e un campo di grano: la scuola, la chiesa, la piccola piazza e la stazione. Tutta la vita era lì. E così la sera, prima di andare a letto, ci si trovava tutti insieme con le famiglie a commentare la giornata, quello che era successo, …a volte le sere erano più speciali quando arrivava il papà di Rocco, che era l’unico abitante di quel paese che viaggiando in treno, vedeva un mondo agli altri sconosciuto. E lui era in grado si rispondere a domande e curiosità di tutti, grandi e piccoli. Ma il momento più speciale per Rocco arrivava quando, entrato a letto, il papà era tutto per lui. In una notte, più magica delle altre, Rocco, che era un bimbo un po’ cicciotto, attraverso le storie del suo papà, impara ad accettarsi ed a capire anche “chi nasce un po’ più in là”.
15 MARZO
MACERATA | TEATRO LAURO ROSSI
Macerata Opera Festival
NINO
DON GIOVANNI, LO SCAPESTRATO BAMBINO
molto liberamente ispirato a Don Giovanni di Mozart-Da Ponte
testo e regia Elena Carrano
elaborazione musicale Francesco Lanzillotta
Anche don Giovanni sarà stato bambino. E che bambino sarà stato? Come era fatto? Che desiderava? Con che cosa giocava? Cosa odiava e cosa amava? Di sicuro lo chiamavano “NiNo”, per fare prima ad acchiapparlo, almeno con la voce, che a chiamarlo “Giovanni” avrebbe fatto in tempo a dileguarsi, saltare tre fossi e scavalcare un muretto di due metri. Sì, perché il nostro Nino, così come lo abbiamo immaginato, è inafferrabile, imprevedibile, misterioso e decisamente un tipetto vivace, che “i grandi” definirebbero senza remore “uno scapestrato bambino”.
Nino non sta mai fermo. È lì che gioca tranquillo in giardino e dopo un attimo lo trovi arrampicato sull’albero più alto. Stai per acchiapparlo, ed ecco che scappa galoppando tra i banchi del mercato e non lo trovi più. A volte Nino è morbido, soffice e gentile, a volte punge, graffia e rompe tutto. Lo vedi felice per cose che non capisci, una ghianda, un sasso, un bottone, un insetto stecchito; si immusonisce per un nonnulla, un rimbrotto, un rifiuto, un “non si tocca”, un “non si fa”. Odia le regole dei grandi e sfida la paura. Vuole solo giocare all’infinito e anche di più. Leporello, il suo assistente bambinaio, è sempre lì a cercarlo dappertutto e a evitare che si ficchi in qualche guaio; soprattutto ora, che Nino si è messo in testa di essere un Supereroe a caccia d’avventure. Anche Elvira, un artista di strada, si unisce alla ricerca di Nino. Pare, che anche lei stia cercando qualcuno di misterioso che gli ricorda proprio tanto a Nino. Certo che il nostro Nino, può sembrare un bambino come tanti se lo vedi con niente intorno, ma come tanti bambini è unico e speciale. Nino è diverso, Nino è tante cose. Tante, quante può essere un bambino. È lungo il catalogo nel taccuino di Leporello, ce ne sono più di 1003.
17 MARZO
SANT’ELPIDIO A MARE
Aida Studio in collaborazione con KHORAteatro
ALESSANDRO PREZIOSI
OTELLO: DALLA PARTE DI CASSIO
reading musicale
ideazione Elena Marazzita
liberamente ispirato a “Otello” di William Shakespeare
musiche di Giuseppe Verdi e Gioachino Rossini
testi a cura di Tommaso Mattei
con Rebecca Woolcock al pianoforte
“Otello” – una delle opere più note di William Shakespeare, messa in scena per la prima volta nel 1604 – è la tragedia della gelosia: mostro che avvelena la mente e il cuore, creato dal nulla e sul nulla; strumento che il perfido Iago utilizza per corrompere l’animo del Moro insinuando in lui il sospetto che la dolce Desdemona lo abbia tradito con il fido Cassio.
La storia vive di un complesso gioco di contrasti, ambiguità, ribaltamenti: realtà e apparenza, verità e menzogna, fedeltà e odio, luce e ombra si esaltano nello scontro tra i due protagonisti maschili.
Il nero Otello è il soldato ingenuo e primitivo che conosce solo l’amore incondizionato o il furore scatenato e cade nella trappola per la troppa fiducia nell’onestà degli uomini, mentre il bianco Iago rivela l’anima nera e diabolica di chi si arroga il potere di plasmare la volontà altrui per piegarla al suo disegno, pura astuzia che si compiace tenebrosamente del male. Questa è la lettura della storia a cui siamo soliti assistere. Ma…
Immaginiamo di essere catturati nel mezzo di un triangolo amoroso di cui non siamo consapevoli. Immaginiamo qualcuno mentire sulle nostre intenzioni e sul nostro comportamento a nostra insaputa. Immaginiamo di perdere il lavoro e di avere il nostro nome offuscato a causa di qualcosa che non abbiamo mai fatto né pensato. Immaginiamo di essere traditi dall’amore per la menzogna e da chi vuole la rovina di spiriti nobili. Immaginiamo la storia raccontata da Cassio. In questo dramma di grandi sentimenti, di fulminee e cieche passioni che divampano e consumano gli individui, accompagnati dalle note di Verdi e Rossini – autori delle più note versioni operistiche dell’”Otello” – racconteremo “Otello: dalla parte di Cassio”.
19 MARZO
CAMERINO | AUDITORIUM BENEDETTO XIII
Imarts
QUALCHE ESTATE FA
Vita, poesia e musica di Franco Califano
con Claudia Gerini
e Solis String Quartet
da un’idea di Solis String Quartet
soggetto e testo Stefano Valanzuolo
canzoni Franco Califano
La storia artistica di Franco Califano si è sempre intrecciata, per scelta consapevole, con quella umana, al punto che il personaggio, forse, ha spesso finito con il mettere in ombra l’autore di tanti successi. Qualche estate fa prova a riportare in equilibrio le due dimensioni, facendo di alcune canzoni molto amate il punto di partenza per raccontare la vita dell’autore. Il testo, per sfuggire alla tentazione di riproporre stereotipi dongiovanneschi e sottrarsi ai pericoli del raffronto col modello originale, è interamente declinato al femminile. Si susseguono nove quadri, cioè, narrati da altrettante voci di donne diverse: personaggi soprattutto di fantasia che raccontano aspetti e storie riferibili, nella realtà, all’uomo e all’artista. Ogni quadro culmina in una canzone di Califano, di modo che la musica si ponga come didascalia al racconto, e non viceversa.
19 MARZO
GROTTAMMARE | TEATRO DELLE ENERGIE
Hunt CDC
IF NOT NOW, NEVER
coreografia e regia Loris Petrillo
interpreti Hunt CDC con Leonardo Carletti, Giorgia Perugini Elisa Ricagni e Giosy Sampaolo
direzione artistica Giosy Sampaolo
musiche Impromptu – Loris Petrillo; Cherubic Hymn, Op.41 – Pëtr Il’ič Čajkovskij
Nel bicentenario de L’Infinito di Giacomo Leopardi, Loris Petrillo concepisce un omaggio al poeta e all’immensa eredità artistica e umana che ci ha lasciato. Un omaggio fondato sulla sua insaziabile sete di vita, impossibile da soddisfare a causa dell’angoscia insita nel suo animo, in qualche modo legata – anche se non fu diretta conseguenza al suo corpo deforme che gli impedì di godere appieno delle gioie della vita, e che giunse a sbiadire le colorazioni della vita uniformandole sotto il velo unico del dolore. Nulla, infatti, di ciò che è vissuto può sottrarsi a esso, e la continua tensione al piacere e alla bellezza, di cui pure l’uomo e il mondo sono un segno, va infrangendosi nella finitezza della vita mortale. Unica via di fuga rimane l’immaginazione, che L’Infinito esalta proprio nel suo ruolo fondamentale: la creazione di una realtà infinita che sappia placare, seppur per poco, il desiderio altrettanto infinito dell’uomo. A questo Loris Petrillo si è ispirato per la creazione If not now, never, delineando i tratti di una natura umana incapace di rispondere a se stessa, che irrimediabilmente annienta ogni cosa che tenta di trattenere a sé.
ph
20 MARZO
PORTO SANT’ELPIDIO | TEATRO DELLE API
CTB Centro Teatrale Bresciano
CASSANDRA
testo, regia e interpretazione di Elisabetta Pozzi
Elisabetta Pozzi ha costruito una drammaturgia originale che, partendo dalle tragedie di Eschilo ed Euripide, compie un affascinante percorso intorno alla profetessa troiana cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro e insieme la condanna di non essere creduta, raccogliendo liberamente suggestioni e riletture da grandi testi ed autori di ogni tempo, da Seneca a Christa Wolf, da Omero a Ghiannis Ritsos fino a Wislawa Szymborska e Pier Paolo Pasolini.
In un montaggio serrato ed avvincente emerge un ritratto originale di una delle figure femminili di più profonda tragicità, per l’impotenza e la tremenda solitudine che la connotano nel sostenere il peso della conoscenza.
Dispiegando il suo immenso e magnetico talento, Elisabetta Pozzi porta in scena una figura di strabiliante modernità, in cui convivono forza e fragilità, dando corpo e voce a un personaggio indimenticabile.
In questo emozionante spettacolo il mito di Cassandra prende nuovamente vita sotto i nostri occhi, attraversando le epoche con la sua dolorosa e inascoltata capacità di preveggenza, fino a prefigurare, nel potente epilogo scritto a quattro mani con Massimo Fini, un futuro incerto per la nostra civiltà orfana di identità, in cui l’uomo moderno – con la sua incapacità di porsi dei limiti – “è ormai diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola, e di cui è l’unico prigioniero”.
Il compositore Daniele D’Angelo ha creato una partitura musicale e sonora originale e raffinata, un filo rosso che attraversa lo spettacolo intrecciandosi alle parole alte, ipnotiche ed attualissime di Cassandra.
20 MARZO
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
21 MARZO
MONTEMARCIANO | TEATRO ALFIERI
Fabbrica srl
I 20 ANNI DI
RADIO CLANDESTINA
dal testo di Alessandro Portelli
L’Ordine è già stato eseguito
uno spettacolo di e con Ascanio Celestini
Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria
Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno le risponde che “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali”.
Il 25 marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana”. È una storia che comincia alla fine dell’Ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del ’38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.
“Sono passati vent’anni e i miei racconti stanno ancora in quella stanza. Nei pochi metri quadrati che occupano le scenografie di tutti gli spettacoli che ho portato in scena dopo”.
21 MARZO
SANT’ELPIDIO A MARE | TEATRO CICCONI
Bottega Teatro Marche
D
LA PRINCIPESSA DIANA
E LA PALPEBRA DI DIO
di Cesare Catà
con Paola Giorgi
regia Luigi Moretti
Lo spettacolo racconta l’icona di Lady Diana Spencer nelle sue vicende umane, esistenziali e sociali, dando voce alla sua figura in una sorta di memoriale post-mortem in cui la Principessa, ripensando alla propria vita, narra di sé, dei suoi amori e dolori, dei suoi affetti più cari perduti.
L’immagine di Lady D. si sovrappone a quella di Medea, Arianna, Antigone e Artemide. Lo spettacolo restituisce il ritratto – fiabesco e psicologico a un tempo e dal sapore “neo-shakespeariano” – di una delle figure di donna più amate, controverse e celebri del Novecento.
“Ho sempre ammirato Lady Diana Spencer, quella sua impronta di donna libera e ho sempre desiderato portarla in scena. C’è un punto di contatto forte tra me e Lady Diana, una esperienza comune: il disturbo del comportamento alimentare; ma ancora più forte c’è la consapevolezza di averlo superato. Entrambe. Quando penso a Diana penso ad Antigone, al suo atto di insubordinazione, al suo essere idealista e romantica e decisa ad affermare il primato della libertà. Con questa suggestione mi sono rivolta a Cesare Catà, uno scrittore profondo, coltissimo, sportivo, tenero e folle che ha fatto sbocciare la mia idea di Diana connettendola alle vicende di Medea, di Antigone, di Arianna; creandone un mito che Cesare ci permette di conoscere attraverso la sua palpebra di Dio. Paola Giorgi
21 MARZO
GRADARA | TEATRO COMUNALE
LE IPOTETICHE SCRITTURE
tratto dall’opera di Stefania Riva
con
Stefania Riva voce fuori scena, immagini
Alessandra Bottai violino
Elisabetta Rossi arpa
Tracce visionarie, metaforiche, esistenziali del discorso poetico, che si dispiega attraverso l’uso di kenningar, dai richiami onirici e sognanti, tendendo corde finissime di senso e significato.
La parola che si rende testimone del fluire del tempo, delle connessioni atemporali, del necessario recupero della memoria individuale e collettiva, (ancestrale, viscerale, archetipica) resa sempre più condivisa e circolante, sempre più fruibile, malgrado l’ascesa verso zone ostili e non di facile e immediata comprensione.
E narra dei vuoti, delle assenze, delle intrise solitudini dei tanti e degli uni, vibrando delle sfumate percezioni dell’essere e dell’infinito, aprendosi a quella visione lirica delle cose, anche inanimate e semplici, esposte o secretate, che l’animo dimentica nell’alienazione del quotidiano.
Monologo interiore – frammenti e voce – quello rivelato dalla poesia, che si ripromette un gesto rivoluzionario e coraggioso: “attraversare il buio cantando”; esprimere l’urgenza di una verità umana.
Lo spettacolo vive dell’incontro tra linguaggi artistici diversi e confinanti, immerso nelle sonorità prodotte dagli strumenti dell’arpa classica e del violino, in una trama visiva e sonora emozionante.
21 MARZO
PORTO SAN GIORGIO | TEATRO COMUNALE
Piccola Compagnia Impertinente
FRICHIGNO
testo di Enrico Cibelli
diretto e interpretato da Pierluigi Bevilacqua
Frichigno è un monologo a più voci, a volte la stessa voce. Uno spettacolo che parla di Foggia, la città dove siamo nati e alla quale siamo legati a doppia mandata. Andata e ritorno dalla città abituata a indossare la maglia nera del Sole24ore. Una dichiarazione d’amore quanto di guerra, che per raccontare la nostra terra si affida a due leggendarie personalità degli anni ‘90: Zdeneck Zeman e Kurt Cobain. Frichigno prende il nome da una parola usata dai bambini foggiani quando, durante una qualsiasi partita di calcio in strada, il portiere tocca la palla con le mani, fuori dalla sua area. Cercando di non farsi vedere dagli altri. Frichigno è il grido di un uomo innamorato della propria città.
21 MARZO
FABRIANO | TEATRO GENTILE
Orchestra Raffaello
RIGOLETTO
opera lirica in tre atti di Francesco Maria Piave
musica Giuseppe Verdi
direttore Stefano Bartolucci
Opera lirica in tre atti di Francesco Maria Piave su musica di Giuseppe Verdi con l’Orchestra Raffaello diretta da Stefano Bartolucci. Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca. La vicenda è ambientata nella città di Mantova e suoi dintorni nel XVI secolo. Intenso dramma di passione, tradimento, amore filiale e vendetta, Rigoletto offre una combinazione di ricchezza melodica e potenza drammatica. La prima rappresentazione avvenne al Teatro la Fenice a Venezia, l’11 marzo del 1851. Rigoletto, deforme e pungente buffone di corte, che si burla con cattiveria di tutti e trama, all’occasione, scherzi e vendette crudeli, ha una figlia “segreta”, che è la luce dei suoi occhi, avuta dalla donna amata ormai morta. Duro e crudele con tutti, con la figlia Gilda, invece, Rigoletto è un padre tenerissimo e premuroso.
21 MARZO
PESARO | TEATRO ROSSINI
Mito
EUREKA
ideazione e direzione artistica Giulia Staccioli
collaborazione artistica Vito Cassano e Alberta Palmisano
performers Matteo Battista, Giulio Crocetta, Carolina Cruciani
Eleonora Guerrieri, Sara Palumbo, Stefano Ruffato
musiche autori vari
+ masterclass gratuita per allievi scuole danza della città
Per festeggiare i 25 anni dalla fondazione di Kataklò Athletic Dance Theatre, un nuovo riallestimento di Eureka arricchito e rivisto nelle scelte coreografiche, musicali e scenografiche dove resta intatto e ben riconoscibile il carattere della compagnia, ciò che l’ha resa la più amata e richiesta al mondo: l’universalità del linguaggio, capace di fondere corpi, luci, ombre e suoni in una scena tanto curata ed evocativa quanto essenziale e coinvolgente. Eureka (dal greco “ho trovato”) rimanda alla celebre esclamazione utilizzata dal matematico greco Archimede per celebrare e condividere con la sua gente la sua sorprendente scoperta. Giulia Staccioli comunica con lo stesso vigore del celebre scienziato la sua rielaborata e inedita visione di Idea e la voglia di condividere con il pubblico la ricerca di un movimento nuovo, espressivo, intenso, teatrale, sempre immediatamente comprensibile e apprezzabile da tutti. Al primo tempo dello spettacolo, intenso, poetico, evocativo, quasi in bianco e nero con protagonisti il corpo e la luce segue il secondo colorato, energico, coinvolgente e ironico. Eureka è uno show a quadri, il cui cuore pulsante è rappresentato dalle straordinarietà fisiche ed espressive di performer, applauditi dagli spettatori di tutto il mondo. Eureka è un fresco omaggio al concetto stesso di spettacolo dal vivo, un manifesto per la naturale armonia tra performer e spettatori, coreografia e movimento naturale, un connubio tra teatro e realtà in cui la scelta musicale contribuisce in maniera impeccabile alla costruzione dello spettacolo.
21 E 22 MARZO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
Circo El Grito
LOVE IS IN THE AIR
Confessioni di un giocoliere di e con Andrea Farnetani
Andrea Farnetani con Love is in the air mostra i retroscena della vita di un giocoliere. Gli spettatori saranno in grado di ascoltare i pensieri dell’artista che si esibisce per il loro divertimento; scopriranno così che, dietro la facciata brillante e rassicurante del performer, si cela l’uomo con la sua giostra di dubbi e ossessioni, una colossale ansia da prestazione e un dualismo atavico tra successo e fallimento. Uno spettacolo per tutta la famiglia che sa divertire e stupire per l’eccellente valore dei virtuosismi d’altri tempi, e allo stesso tempo sa commuovere perchè un uomo si mette a nudo di fronte ai suoi simili.
22 MARZO
RECANATI | TEATRO PERSIANI
ATGTP
IL GRANDE GIOCO
di Silvano Fiordelmondo, Simone Guerro, Francesco Niccolini
con Silvano Fiordelmondo, Fabio Spadoni
regia e scrittura scenica Simone Guerro
Hector e Papios. Due fratelli. Una vita sola. Un grande gioco, fatto di condivisioni, complicità e affetto smisurato. Una notizia inaspettata irrompe nella loro vita e modifica il ritmo della loro relazione. Da quel momento parte una nuova avventura: i due compilano una lista dei desideri, da esaudire tutti, sfidando il tempo, come ogni grande gioco che si rispetti. In questo modo, in un divertimento continuo, che passa per un rocambolesco viaggio al mare, un’improbabile serata in discoteca, un lunapark e l’ultimo inaspettato desiderio, che arriva alla fina di una intensa giornata. I due fratelli si lasciano andare, ognuno per il suo viaggio serenamente perché consapevoli di aver vissuto tutto quello che c’era da vivere. La lista dei desideri è finita ma non la loro straordinaria storia. Uno spettacolo che vede in scena lo storico attore del Teatro Pirata Silvano Fiordelmondo insieme a Fabio Spadoni, attore con sindrome Down, in una storia che commuove e diverte.
22 MARZO
FANO | TEATRO DELLA FORTUNA
GINEVRA DI MARCO E CRISTINA DONÀ
COSÌ VICINE
Cristina Donà e Ginevra Di Marco, artiste dalla carriera ventennale ognuna col proprio percorso musicale e personale, decidono di condividere un progetto insieme in virtù di un sentire comune che le porta a percorrere un tratto di strada una affianco all’altra.
“Siamo partite con l’idea di fare qualche concerto – affermano le artiste – convinte che condividere il palco ci sarebbe bastato e così, per cominciare, abbiamo fatto due concerti durante la scorsa estate, a Bologna e a Comacchio. Furono magici, più belli di quanto potessimo immaginare. Da lì la spinta ad andare oltre con un tour e un disco.”
In concerto i diversi stili di Cristina e Ginevra si intrecciano in maniera armoniosa in un’unica affascinante entità. Il loro sodalizio artistico ha dato vita a brani inediti e arricchisce l’interpretazione di alcuni titoli dei rispettivi repertori totalmente riarrangiati per l’occasione, così da ritrovare le due voci ancora più vicine.
Nella condivisione del palco i reciproci sguardi svelano l’intesa e gli abbracci sanciscono l’amicizia. La naturalezza, la forza della loro empatia e la potenza espressiva non possono non coinvolgere il pubblico che diventa parte di un sentire comune, si emoziona, sorride, riflette e applaude.
22 MARZO
FABRIANO | TEATRO GENTILE
Ranciaverdeblu
CENERENTOLA
commedia musicale per bambini tratta dalla favola di Charles Perrault
con Alessia Ancillai, Alice Capitolo, Lorenzo Filoni, Chiara Menichelli
Federica Noè, Emma Ray Rieti
adattamento Saverio Marconi – musiche Aldo Passarini – liriche Michele Renzullo
coreografie Ilaria Battaglioni
regia Ada Borgiani su regia originale di Saverio Marconi
Cenerentola, La Fata, la Matrigna, le Sorellastre, il Principe, sono personaggi cari al nostro cuore: li abbiamo incontrati nelle nostre fantasie infantili, cercati tra le pagine dei libri e poi rivisti al cinema, attraverso le geniali invenzioni di Walt Disney. Ogni volta immagini nuove si sovrapponevano alle antiche, ora in contrasto, ora in armonia. Nel 2018 Rancia VerdeBlu riporta questi personaggi sulla scena e sarà l’occasione giusta per far avvicinare i bambini al teatro attraverso spettacoli di grande qualità, divertenti e al tempo stesso ricchi di valore. Una favola a lieto fine che, tra gli applausi, farà riflettere i piccoli spettatori: se alla fine i buoni sono premiati, i “cattivi”, forse, saranno perdonati.
19 E 20 MARZO
MACERATA | TEATRO LAURO ROSSI
21 MARZO
JESI | TEATRO PERGOLESI
22 MARZO
ASCOLI PICENO | TEATRO VENTIDIO BASSO
Fattore K
MI SA CHE FUORI È PRIMAVERA
tratto dall’omonimo libro di Concita De Gregorio
progetto Giorgio Barberio Corsetti e Gaia Saitta
adattamento teatrale e interpretazione Gaia Saitta
regia Giorgio Barberio Corsetti
La storia di Irina Lucidi è tristemente nota alla cronaca, una donna alla quale un giorno vengono sottratte al marito le due figlie gemelle di sei anni. L’uomo si uccide e le bambine non saranno mai più ritrovate. Concita De Gregorio è una donna che trova le parole per raccontarne la storia. Nasce da qui la versione teatrale di questa vicenda così difficile da raccontare: un episodio tragico nel senso più classicamente teatrale del termine, in cui l’eroina subisce la perdita dei figli e deve sopravvivere alla sua stessa vita di dopo senza cedere alla tentazione di sparire lei stessa.
Un’attrice, Gaia. Una storia vera si trasforma in una terribile materia poetica. Racconta la prossimità del male e la possibilità che prenda forma e vita inaspettato e atroce da una piccola crisi come tante altre. Una separazione, la fine di una relazione, un semplice atto di libertà e salute. Questa storia è una tragedia moderna. Gaia la racconta e la vive. Gli altri interpreti sono il pubblico presente in sala. Tra loro, senza neanche esserne coscienti, potrebbero nascondersi i personaggi evocati in palcoscenico. […] Quando Irina conosce Matias le sembra un uomo normale, interessante, metodico, gradevole, piacente. Come è possibile sbagliarsi così? Può capitare a chiunque? Cosa nasconde l’altro, la persona con cui si decide di vivere la vita? Quali abissi nell’essere umano che neanche lui stesso conosce? La scomparsa delle due figlie. Il suicidio del marito. Gli indizi, le questioni senza risposta, i corpi delle bambine mai ritrovate, il dubbio. Medea al contrario. In questa tragedia è Giasone che fa scomparire le figlie, ma con una perfidia vendicatrice calcolata non fa ritrovare i corpi, nega alla madre il riconoscimento dei cadaveri, e quindi la ritualità e la catarsi del lutto. Giorgio Barberio Corsetti
22 MARZO 2020
APECCHIO | TEATRO PERUGINI
L’ONIRONAUTA
SPETTACOLO IRONICO ONIRICO
di e con Filippo Brunetti
Il clown dorme, esplora i sogni,
con il suo comodino pieno di oggetti
che ogni volta si trasformano in giochi surreali:
acrobazie, giocolerie cosmicomiche, equilibrismi nel dormiveglia…
Su una scala come letto e come tetto
fa il sonnambulo funambulo…
Sogno o son desto? Questa è il dilemma che si pone il protagonista dello spettacolo L’Onironauta il clown giocoliere, Filippo Brunetti.
Uno spettacolo che coinvolge e diverte adulti e bambini, fondendo insieme le tecniche del clown teatrale, dell’attore circense e di giocoleria comica con oggetti non tradizionali.
22 MARZO
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA FILARMONICA GIOACHINO ROSSINI ENSEMBLE
CONCERTI APERITIVO
Alessandro Maffei Pianoforte, Stefano Rava Oboe, Davide Felici Clarinetto
Paolo Biagini Fagotto, Massimo Mondaini Corno
Wolfgang Amadeus Mozart
Quintetto per Pianoforte, Oboe, Clarinetto, Fagotto e Corno in Mib Maggiore K.452
Ludwig van Beethoven
Quintetto per Pianoforte, Oboe, Clarinetto, Fagotto e Corno in Mib Maggiore op.16
Secondo concerto, domenica 22 marzo, con l’Ensemble della Filarmonica in formazione di quintetto composto da Alessandro Maffei al pianoforte, Stefano Rava all’oboe, Davide Felici al clarinetto, Paolo Biagini al fagotto, Massimo Mondaini al corno. In programma il quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, fagotto e corno in Mib Maggiore K.452 di Wolfgang Amadeus Mozart e il quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, fagotto e corno in Mib Maggiore op.16 di Ludwig van Beethoven.
22 MARZO
VALLEFOGLIA (SANT’ANGELO IN LIZZOLA) | SALA G. BRANCA
Teatroperdavvero
IL RE TUTTO CANCELLA
ovvero come nacquero le parole
di e con Marco Cantori
C’era una volta un principe bambino. Di andare a scuola voglia non ne aveva ed allora piangeva. Numeri, note, lettere e figure per lui eran solo seccature, perché troppo difficili e complicate, che quasi quasi le avrebbe strozzate. Le odiava proprio con rancore e promise vendetta dal profondo del suo cuore. Promise che se grande fosse diventato, tutte le scritte avrebbe mangiato. In questo spettacolo realtà e fantasia si fondono insieme, per dare vita ad una favola che conduce gli spettatori attraverso l’universo delle lettere, dei numeri, delle figure e delle note.
23 MARZO
URBINO | TEATRO SANZIO
Teatro Segreto
PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO
scritto, interpretato e diretto da Ruggero Cappuccio
Arrivano per la prima volta in scena le parole pronunciate da Paolo Borsellino che gli italiani non hanno mai ascoltato, raccontate da Ruggero Cappuccio. Il 31 luglio del 1988 il giudice palermitano denunciava con forza davanti al CSM l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Brani di questa audizione tesissima, mai resa pubblica integralmente, entrano ora in Paolo Borsellino essendo Stato. Per quanto riguarda la situazione delle forze di Polizia denunciai l’avvicendamento continuo e adoperai anche una frase piuttosto pesante parlando, addirittura, di gioco delle tre carte, nel senso che quei pochi uomini che c’erano venivano fatti girare ma erano sempre gli stessi, solo che uno lo si metteva alla Squadra Mobile, poi lo si spostava al Commissariato di Marsala, poi a Mazzara. O parliamo per enigmi dicendo che c’è una caduta di tensione o che manca la volontà politica, e la gente non capisce bene cosa significa, oppure questi problemi li dobbiamo affrontare concretamente, dobbiamo citare fatti, mettere il coltello nella piaga e dire: “c’è un organismo centrale delle indagini antimafia che in questo momento non funziona più. Paolo Borsellino minacciato dall’ombra di imminenti provvedimenti disciplinari, il magistrato parlò per quattro ore di fila. Nel pomeriggio fu invece ascoltato Falcone. Giovanni Falcone sarebbe stato ucciso, quattro anni dopo, il 23 maggio 1992 nell’attentato di Capaci. Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D’Amelio, a Palermo. Proprio su via D’Amelio, o meglio sull’ultimo secondo di vita di Paolo Borsellino, il 19 luglio del 1992, si concentra il testo di Cappuccio, che dilata questo singolare residuo di tempo in un intenso monologo che restituisce Paolo Borsellino come un eroe moderno lontano dalle tentazioni della retorica.
24 E 25 MARZO
FERMO | TEATRO DELL’AQUILA
26 – 29 MARZO
PESARO | TEATRO ROSSINI
Teatro di Roma – Teatro Nazionale
UN NEMICO DEL POPOLO
di Henrik Ibsen
con Massimo Popolizio e Maria Paiato
regia Massimo Popolizio
Massimo Popolizio si confronta con il grande classico ibseniano, un testo di rovente e stringente attualità sulla ricerca della verità, sul consenso popolare e consenso giornalistico. Un’opera fortemente contemporanea che non strizza l’occhio all’attualità ma ne analizza i meccanismi con sguardo lucido e spietato indagando i grandi temi e contraddizioni della nostra società: dalla corruzione alla responsabilità etica per l’ambiente, dal ruolo dei media nella creazione di opinioni e consenso ai rapporti tra massa e potere. L’opera del drammaturgo norvegese assume dalla prospettiva del nostro “oggi” una inedita forza comunicativa. Senza ridursi a un mero atto di accusa contro la speculazione, non cessa di raccontare con spietata lungimiranza il rischio che ogni società democratica corre quando chi la guida è corrotto e la maggioranza soggiace al giogo delle autorità pur di salvaguardare l’interesse personale. Un conflitto politico e morale contrappone nella vicenda due fratelli: un medico, Thomas Stockmann, che scopre l’inquinamento delle acque termali della sua città, contrapposto al fratello-sindaco, Peter Stockmann, politicamente insabbiatore, che tenta invano di convincerlo che la sua denuncia porrà fine ai sogni collettivi di benessere.
Ho scelto di condividere questo progetto con attori con cui ho già lavorato in passato e che hanno in comune con me un certo tipo di impostazione: quello di essere interpreti di personaggi in una storia. […] Senza fare degli azzardi drammaturgici, ci troviamo davanti a un testo che scivola quasi nell’espressionismo. Con i miei compagni di scena cercherò di mettere in luce proprio questo, la natura di un dramma che presenta molti punti di vista, molte verità diverse. Massimo Popolizio
26 MARZO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
CANARIE
IN CONCERTO
progetto musicale di Paola Mirabella e Andrea Pulcini
un manuale di educazione sentimentale per aiutarci ad affrontare l’inesorabile erosione e rimodellamento dei nostri organi caldi, esposti come siamo all’azione cieca e costante del tempo. Così si potrebbe sintetizzare l’album Tristi Tropici, opera d’esordio del duo Canarie. Paola Mirabella (Honeybird & the birdies) e Andrea Pulcini (Persian Pelican) sono i creatori di questo eden musicale che promette un soggiorno confortevole in un paradiso assolato, ma cela al suo interno una certa malinconia che solo i grandi romanzi sentimentali sanno raccontare. Canarie con i suoi ritmi immerge in un viaggio sinestetico, un “caldo habitat musicale” che ha l’estate come stagione preferita e il mare come elemento di purificazione. Un album dall’ossatura pop, attraversato da una scrittura affilata e delicata. Amore e non amore, lacrime o gocce di sudore, Tristi Tropici offre un prontuario di educazione sentimentale ambientato all’interno di quelli che sono i tropici del corpo, due rette parallele che racchiudono gli organi caldi. Un affresco ricco di sfumature che documenta come le varie stagioni della passione e gli oscuri oggetti del desiderio cambino con il passare del tempo.
27 MARZO
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
LISA MORGENSTERN
Pianista, cantante e compositrice tedesca che fonde un background nella musica classica con un approccio contemporaneo all’elettronica e al songwriting. Figlia di due musicisti orchestrali, Morgenstern è stata coinvolta dalla musica fin da piccola e ha mostrato una naturale affinità con il pianoforte. Si è anche formata da adolescente come ballerina professionista, cosa che ha dato alla sua musica un’eleganza e un portamento unici. Nel 2013, ha pubblicato il suo album di debutto, Amphibian, la cui produzione ha guadagnato i complimenti per il suo oscuro romanticismo, e da allora si contraddistingue per il suo stile di performance intensamente emotivo.
Uscito all’inizio del 2019, l’album Chameleon la trova fare passi da gigante, abbinando il suo approccio lungimirante sia ai synth sia al piano con il suo background nella musica classica. Registrato in collaborazione con il produttore e violoncellista argentino Sebastian Plano, con sede a Berlino, i nove ambiziosi brani di Chameleon mettono in mostra la sua straordinaria voce su più ottave in una collezione che combina eleganza glaciale (Atlas), synth-pop barocco (My Boat), elettronica intensamente atmosferica (Levitazione) e strumenti espressivi per pianoforte (Codice).
27 MARZO
SAN LORENZO IN CAMPO | TEATRO TIBERINI
International Opera Studio Pesaro
LA FAVOLA DEL FLAUTO MAGICO
concerto per strumenti, canto e voci recitanti
da W. A. Mozart
messa in scena Inga Balabanova
Ultima composizione teatrale di Mozart Il flauto magico (K 620) (titolo originale Die Zauberflöte) è un singspiel in due atti musicata da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder (con il contributo di Karl Ludwig Giesecke). La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden (Vienna) il 30 settembre 1791. La trama vede la Regina della Notte (Astrifiammante) incaricare il giovane principe Tamino di liberare sua figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro. Solo che, durante l’impresa, Tamino scopre che il Bene e il Male sono invertiti rispetto a quanto la Regina gli aveva fatto credere. L’opera, ambientata nell’antico Egitto, metaforicamente può essere letta come un cammino di iniziazione dalle tenebre verso la luce, dalla superstizione verso la sapienza. Il flauto magico è da molti anni l’opera di Mozart più rappresentata al mondo. International Opera Studio ripropone il capolavoro del genio salisburghese in forma scenica, in un solo atto, come concerto per strumenti, canto e voci recitanti.
28 MARZO
SANT’ELPIDIO A MARE | TEATRO CICCONI
Vox Artis
EDITH: LA MELANCOLIE, L’AMOUR, LA VIE
Omaggio a Edith Piaf
con Chiara Marangoni, voce, Antonella Malvestiti
Carla Civardi e Salvo Lo Presti
regia Salvo Lo Presti
Lo spettacolo è un omaggio alla grande Edith Piaf, straordinaria donna e cantante del secolo scorso che in modo struggente e passionale ha saputo incarnare nelle sue melodie e soprattutto con le sue interpretazioni, lo spirito di una donna che ha vissuto a pieno l’amore per la vita. Con la sua voce ed il suo stile, ha segnato un’epoca e caratterizzato come nessun altro, la chanson française. Con un racconto fatto di recitazione e musica, verrà portata in scena la vita della cantante francese, attraverso le vicende, i vissuti, le emozioni delle persone a lei più care e vicine e la profondità delle sue canzoni. Un modo coinvolgente per comprendere meglio la complessità di una donna che ha vissuto una vita piena e dolorosa, ma entusiasmante e che ha scelto di esprimerla e raccontarla attraverso la sua musica, le sue canzoni.
28 MARZO
URBANIA | TEATRO BRAMANTE
REZZAMASTRELLA
TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
IO
di Flavia Mastrella, Antonio Rezza
con Antonio Rezza
allestimento Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
Como poco innanto tra clamori e vanto
così l’idea dell’inventura porta la mente a vita duratura.
Un intramontabile, geniale spettacolo di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Leoni d’oro alla carriera per il Teatro alla Biennale di Venezia 2018. Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. Io cresce inumando e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato avvolge un neonato con l’affetto della madre, un individualista piega lenzora a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro. Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l’acqua che si fa doccia e dolce zampillare.
Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell’amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l’idillio con il tessuto amato. Si gioca all’oca, parte il dado di sottecchio, Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui. E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l’appetito non supportato dalla tavola imbandita. Infine la catastrofe: Io si ridimensiona.
28 MARZO
CHIARAVALLE | TEATRO VALLE
Teatro C.A.S.T. – Progetto Garden
PLATONOV
da Anton Čechov
con Oriana Ortenzi, Maurizio Emidi, Chiara Giorgi, Matteo Petrucci
Eloisa Pierantozzi, Andrea Scipi, Fabrizio Di Luigi
Roberta Procaccini, Valter Finocchi
elaborazione drammaturgica e regia Alessandro Marinelli
Il giovane Platonov, maestro elementare in un distretto russo, è teneramente amato dalla moglie Aleksandra Ivanovna. Di lui sono innamorate anche Anna Petrovna, proprietaria terriera, Sofja Egorovna, moglie del figliastro di Anna, e una delle sue colleghe insegnanti, Marja Efimovna Grekova. Platonov è consapevole della vacuità ideale e morale del mondo in cui vive, ma sa con altrettanta certezza di essere parte integrante di quel mondo. Da questo dilemma non trova via d’uscita, e si rende conto della propria inadeguatezza di fronte ai sentimenti che gli rivolgono le sue quattro donne, intente – nell’arco dell’intera vicenda – a strappargli una promessa d’amore.
28 MARZO
OSIMO | TEATRO LA NUOVA FENICE
RBR Dance Company
INDACO E GLI ILLUSIONISTI DELLA DANZA
coreografie di Cristiano Fagioli e Alessandra Odoardi
regia di Cristiano Fagioli e Gianluca Magnoni
musiche inedite di Virginio Zoccatelli e Diego Todesco
video scenery design e computer animation Gianluca Magnoni, Diego Rossi, Alessandro Ottenio
Proiezioni su originali fondali, mutazioni sceniche inattese, giochi di luci e soluzioni registiche altamente tecnologiche sono solo alcune delle sorprese di questo Indaco e gli illusionisti della Danza. I danzatori di RbR Dance Company si alternano sul palcoscenico apparendo e scomparendo, moltiplicandosi magicamente grazie ad uno studio accurato di luci e proiezioni che incanta un pubblico piacevolmente proiettato in un’atmosfera rarefatta dalle magiche illusioni ottiche.
Al centro di Indaco c’è il tema dell’ambiente, il rispetto per il pianeta e la cura di esso in quanto, appunto, anima del mondo. Centrale è il rapporto uomo-natura, la ricerca delle proprie origini, il bisogno di autenticità, in un continuum di istantanee e coreografie emozionali. Tematiche che pongono l’uomo e la donna di fronte alla natura, madre e al contempo avversaria e in una dimensione esistenziale meravigliosa ed inesauribile.
28 MARZO
MONTEFANO | TEATRO LA RONDINELLA
MATT ELLIOTT
Nella sua carriera solista l’ex-leader dei bristoliani Third Eye Foundation si è indirizzato verso atmosfere che, partendo da uno sghembo cantautorato post-rock, si sono fatte sempre più rarefatte, oscure e intimiste. Un percorso all’insegna di uno spleen quasi rassegnato alla follia del mondo.
Flussi e riflussi, trasformazioni stilistiche e destrutturazioni sonore hanno costantemente caratterizzato l’espressione artistica musicale nel tormentato passaggio tra i due secoli, nella sua tensione al futuro e nel cosciente recupero del passato. Certamente rappresentativa di tali transizioni è la figura di Matt Elliott, artista nato musicalmente nell’inquieta Bristol di metà anni 90 e recentemente trasferitosi in Francia, ove in un pacifico e volontario isolamento si è lasciato alle spalle sperimentazioni industriali ed elettroniche, solo latamente ascrivibili al post-rock, per trasformarsi in un colto e impegnato compositore moderno, affascinato dal cantautorato francese, dalla musica classica e dal folk mitteleuropeo. Le opere uscite sotto il suo nome negli ultimi tre anni sono il frutto del suo soggiorno francese, ma la sua storia viene appunto da lontano, precisamente dalle esperienze bristoliane al fianco di band quali Amp, Crescent Movietone e Flying Saucer Attack e da quella, già personalissima, di Third Eye Foundation.
29 MARZO
MATELICA | TEATRO PIERMARINI
RuvidoTeatro
PIERMARINI. CHI ERA COSTUI
LA STORIA DEL TEATRO PIERMARINI DI MATELICA
IN FORMA DI SPETTACOLO DIVERTENTE E COINVOLGENTE
testo e regia Fabio Bonso
con Deborah Biordi, Francesco Mentonelli, Fabio Bonso
Sono passati 208 anni dalla prima rappresentazione sul palco del Teatro Piermarini di Matelica e come nel caso dei grandi eventi ci sembra opportuno ricordare tale avvenimento che ha dato lustro e fama alla città, da cui la famosa presentazione del teatro ai visitatori curiosi: “il teatro di Matelica è una piccola Scala”, riferendosi all’illustre architetto che ha progettato il Teatro alla Scala di Milano. La memoria e il presente di un luogo così pieno di fascino e storia deve essere raccontato e rappresentato alle nuove generazioni, fortunate ad avere nella propria città un gioiello di architettura del 1800 conservato e funzionante. Lo spettacolo vuole proporre un percorso guidato all’interno del Teatro Piermarini, facendone conoscere le storie, i retroscena, le peculiarità e le memorie attraverso la forma teatrale. Con l’uso di diversi linguaggi come il teatro classico, la commedia dell’arte, il mimo, il canto lirico, il video, il suono e piccoli brani tratti da opere famose del panorama teatrale, vogliamo restituire al visitatore la consapevolezza della importante presenza nella propria città di un teatro così elegante, con una storia antica e attuale allo stesso tempo.
29 MARZO
SANT’ANGELO IN VADO | TEATRO PARROCCHIALE
Kosmocomico Teatro
CATTIVINI
cabaret concerto per bimbi monelli
con Valentino Dragano
musiche, canzoni, testo e regia di Valentino Dragano
dipinti di Silvia Vailati
Cattivini vuole essere un omaggio in forma di concerto, a quella fondamentale e vitale pulsione infantile che tutti conosciamo: la monelleria, il sovvertimento delle regole, la naturale inclinazione a sbagliare per imparare.
e canzoni di questo concerto rispecchiano lo sguardo dei bambini sul mondo, sugli argomenti urgenti per un animo piccino e su quelli più frivoli ed evanescenti, ma non per questo meno importanti. Tutto questo per svelare le emozioni, sia quelle forti che un po’ spaventano, sia quelle che ci fanno divertire e stare bene. Canzoni piene di humor, di non-sense, di geniali trovate, proprio come i bambini sanno fare!
Anche gli adulti riconosceranno sé stessi, le proprie comiche nevrosi, i propri tic e rideranno anche loro. Anzi, rideremo tutti insieme. E canteremo. E se proprio ci verrà voglia, balleremo fino all’ultimo giro di musica.
Per ricordarci che siamo qui per celebrare la vita giocando, e non c’è regola che tenga.