HomeAttualitàIntervista esclusiva a Anané e Louie Vega, dj newyorkesi in tour internazionale

Intervista esclusiva a Anané e Louie Vega, dj newyorkesi in tour internazionale

Sono in tour con il loro THE RITUAL WITH ANANE’ AND LOUIE VEGA; lui è Little Louie Vega, l’ acclamato DJ newyorkese, fra i pionieri della house music, lei è Anané Vega, compagna di vita e d’arte; insieme hanno formato un binomio artistico che da anni riscuote successo nei più prestigiosi club internazionali.

Li abbiamo incontrati al Bolla Mare di Roseto Degli Abruzzi.

Michele: Louie sei considerato fra i padri della musica house. Puoi raccontarci qualcosa della tua storia, del tuo stile, degli inizi e dell’esperienza con Masters At Work?

Louie Vega: Sono nato nel Bronx e ho iniziato a fare il DJ all’età di 12 anni nei club di New York; in seguito ho cominciato a fare dischi e ho incontrato Kenny Dope tramite Todd Terry; con Kenny abbiamo formato i Masters At Work; sette anni dopo ho incontrato Anané e ho iniziato a fare musica con lei.

Michele: Cosa ci farete ascoltare stasera a Roseto? Avete preparato qualcosa di speciale per l’ occasione?

Anané: Sì, stasera ci esibiremo nel “The Ritual with Anané and Louie Vega”. È il nostro marchio, un party/evento che suoniamo da molti anni in tutto il mondo; abbiamo una residenza a Ibiza ogni mercoledì, dal 7 giugno all’ 11 ottobre, al Club Chinois. Prima di venire qui ci siamo esibiti a New York e in altri club internazionali; ora siamo qui a Roseto e siamo molto emozionati. I nostri dj set non sono mai pianificati, sono un vero viaggio tra i diversi generi musicali: si possono ascoltare classici della discoteca, musica house, musica afro, un po’ di Tech, un po’ di Italo disco, è sempre una sorpresa per il pubblico e per noi; sentiamo sempre quello che prova la folla, e ciò rende la nostra performance un’ esperienza davvero emozionante e speciale.

Michele: Anané sei considerata un modello di self-made woman, ma per te all’inizio non è stato facile. Puoi raccontarci la tua esperienza?

Anané: Sono nata a Capo Verde, che ho lasciato da piccola per trasferirmi a Rhode Island con i miei genitori; ho visitato New York City a 12 anni e ho capito che quella era la città in cui volevo vivere; ho messo da parte quei pochi dollari guadagnati con un lavoretto saltuario, ho preparato una borsa e ho detto ai miei genitori che volevo andare a New York per trovare la mia vita; loro mi hanno dato la loro benedizione e sono partita.

E’ stato favoloso: il sogno di una ragazza senza niente che va in una grande città e lavora molto duramente per affermarsi; di notte facevo la cameriera, durante il giorno avevo un contratto con un’agenzia di modelle, studiavo teatro e danza, penso che ci siano sempre stati una passione ed un fuoco dentro di me, ed è quello che mi ha fatto andare avanti, sono stata molto fortunata.

Frequentavo la scena musicale del club The Underground, i miei amici mi hanno introdotta in questo ambiente, ed è stato lì che ho iniziato e che ho incontrato Louie; siamo insieme da 25 anni e una delle cose che ammiro di più in lui è il suo sostegno, come donna, per essere indipendente e affermarmi; ho fondato la mia etichetta, la “Nulu Music e Nulu Electronic“; Da 7 anni organizzo un party/evento mensile a New York, il “ Nulu Movement “.

Penso che quando vuoi coltivare un sogno devi rimanere concentrata solo su quello e lavorare sodo! Il mio consiglio a tutte le donne è che non importa quanto possa sembrare irragiungibile o folle un’aspirazione, devi avere la pelle dura per sopportare tanti no e molte porte che ti si chiudono; devi solo andare avanti, continuare a bussare finché le cose non iniziano ad accadere; mi sento molto fortunata perchè ora posso vivere appagata e soddisfatta con mio marito: abbiamo una famiglia, abbiamo un marchio insieme, abbiamo un figlio che ora ha 23 anni e siamo riusciti a portarlo all’università e al college; sono mamma, moglie, figlia, sorella e imprenditrice. Il mio consiglio a tutte le donne è di trovare il proprio equilibrio, trovare la propria passione e continuare a lavorare sodo.

Michele: Louie, il tuo sound è stato ispirato dal funk, dal jazz, dal soul, dal RnB, come hai mescolato tutte queste esperienze musicali per creare un nuovo genere alla fine degli anni ’80?

Louie: Beh, sai penso che crescere a New York sia stato fondamentale, la città mi ha reso quello che sono. Sai a New York siamo cresciuti con la musica jazz, con la musica latina, la musica africana, il gospel, la chiesa, ecc. Nel corso degli anni ho avuto amici neri, latini, bianchi e avevano tutti diversi background musicali: c’era il sound italiano, la salsa, il soul e il RnB; ho cominciato a respirare musica fin da piccolo, la radio a casa era magica, potevo ascoltare tutto ciò che arrivava e si suonava a New York; avevo sorelle e andavamo insieme in discoteca, ho incontrato i loro amici che erano DJ e scrivevano musica; è così che mi ne sono innamorato di questo mondo, quindi è anche e soprattutto merito di New York.

Michele: pensi che vivere a New York sia davvero importante ancora oggi?

Louie: Prima sì, lo era! Ho avuto la fortuna di nascere in una città che prosperava con l’arte e la musica negli anni ’80 e ’90. Oggi non è più fondamentale nascere e crescere in una big city come NYC perché con internet puoi ascoltare e sperimentare tanta musica molto velocemente e ovunque.

Michele: Louie tu hai anche vissuto la New York del punk e della New Wave, ne sei stato influenzato?

Louie: Oh sì, sicuramente!

Nei primi anni ’80 avevi locali come il CBGB’ S (che non frequentavo) ma andavo al DANCETERIA, un club che combinava tutti quei suoni, potevi ascoltare musica dance mescolata con il rock e la new wave; c’erano gruppi come The B-52s, David Byrne con i Talking Heads, Blondie con Debbie Harry; questi gruppi hanno sperimentato molto e ne è venuto fuori uno stile nuovo, originale; io ho assorbito tutte queste esperienze musicali.

Michele: Louie sono curioso di sapere se sei mai stata allo STUDIO 54?

Louie: Sì, ci suonavo nel 1989 ma non ci ho suonato nel 78 o nel 79; erano passati 10 anni ed era diventato un club per un altro tipo di pubblico.  Ero un ragazzo quando nel 1989 mi esibivo allo STUDIO 54, nella storica location: era stata lasciata intatta, immutata, per poter percepire e assorbire l’energia di quel luogo e capire perché era stato quello che era stato.

Michele: Ma senza Steve Rubell e Ian Schrager.

Louie: Si certo è stato più tardi, ma c’ero quando sono tornati e hanno aperto il nuovo club The Palladium, e così ho finito per suonare anche lì. Steve Rubell e Ian Schrager aprirono il Palladium nel 1985, quindi anche io ho vissuto un po’ di quello spirito fantastico.

Michele: Sì, penso fosse fantastico, New York ha sempre trasudato energia.

Louie: Si, a New York City devi immaginare di avere 20 club del Ministry of Sound con sofisticati sistemi audio progettati in modo da poter ascoltare la musica al meglio, quindi siamo stati fortunati a crescere e vivere in quella città e poter frequentare club del genere.

Michele: Potete darci qualche anticipazione sui prossimi progetti?

Anané: Ho appena terminato un progetto, è un EP disco funk, con influenze rock e RnB, si chiama “Take A Ride“ su NervousRecords, prodotto da Louie e Two Soul Fusion. È il mio EP e ho appena finito di dirigere il video di High, una delle 5 tracce remixate contenute nel lavoro, un brano di un vecchio gruppo chiamato Sky; si è trattato della mia prima regia: abbiamo iniziato le riprese a New York e abbiamo finito di girare a Ibiza tre settimane fa, ho curato personalmente anche il montaggio. L’EP è composto da fantastici remake di canzoni, incluso un vecchio brano Italo disco (genere che mi piace molto) chiamato “Tutto previsto“.

Non vedo l’ora di condividere questo mio progetto con tutti perché ne sono davvero molto entusiasta.

Michele: Grazie per l’ intervista e per essere qui con noi!

Louie e Anané: Grazie è davvero un piacere per noi!

Sperando di vederli presto anche nelle Marche, ospiti di qualche nostro locale, ricordiamo che Anané Vega sarà di nuovo al Bolla Mare di Roseto degli Abruzzi il 13 agosto con il suo party ANANE’S NULU MOVEMENT .

FOTO E INTERVISTA: Michele Biancucci.     COLLABORATORE: Andrea Di Luca.

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